L’amore per la scienza e nella vita di coppia

In occasione di San Valentino vi proponiamo due libri recenti molto interessanti che propongono una bella riflessione sul tema dell’amore, frutto di ricerche ed esperienze di vita.

 

“Uomini che piacciono alle donne. Le risposte scientifiche ai misteri della seduzione e dell’amore” (editore Sonzogno, pag. 240 con prefazione di Piero Angela) è un saggio di Emanuele Jannini, docente di endocrinologia e sessuologia medica all’università di Roma Tor Vergata, personaggio noto per la sua rubrica ‘Questione di ormoni’ all’interno del programma Superquark. Una piacevole e stimolante lettura che indaga i misteri della sessualità, dai rituali del corteggiamento ai comportamenti amorosi, con un’analisi di modelli maschili negativi come Don Giovanni e Casanova.

“Negli ultimi anni la scienza ha prodotto tanto sulla seduzione – dice l’autore – e ha diviso le donne in due grandi gruppi: le donne pre (cercano uomini con caratteristiche pre riproduttive – buoni geni, bellezza, virilità, muscoli, tutti aspetti che possono essere trasmessi al prodotto del concepimento) e le donne post (più interessate a degli aspetti del maschio che siano post riproduttive – accudimento, attenzione, risorse economiche, emotive, intelligenza). In realtà il sogno di ogni donna è avere entrambe le cose – caratteristiche pre e post – anche perché ciascuna delle due prevede un compromesso: un uomo con caratteristiche pre è tendenzialmente poco fedele, magari poco attento a degli aspetti di accudimento, quindi l’immagine popolare del bel mascalzone, mentre l’uomo post è il signor Bovary, l’omino molto attento, fedele e protettivo che però non è particolarmente sexy e così si rinuncia al sex appeal. Come si fa ad avere tutti e due ? Questo uomo esiste, sta nelle fiabe e si chiama principe azzurro: qualsiasi rappresentazione reale della vita prevede il compromesso e l’arte dell’amare è proprio quella di saper rinunciare a qualcosa per avere altro”.

‘#Influencer dell’#Amore. Testimonianze e riflessioni di tre coppie 2.0 (San Paolo edizioni, pag.192 con prefazione dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi) presenta le storie di tre coppie di sposi che gestiscono tre blog di successo sulla bellezza del sacramento del matrimonio e parlano d’amore attraverso il corpo, la psiche e lo spirito.

Per saperne di più abbiamo posto tre domande alle tre coppie.

Perché saper amare è importante nella vita di una persona? Forse occorre scoprire la spiritualità di una persona per provare a conoscerla veramente?

Pietro e Filomena Antonicelli (blog Sposi e spose di Cristo)

 

“L’amore, che riceviamo e che doniamo, è essenziale per una persona quanto il respirare; è un movimento necessario per la vita. Ad amare si impara e certamente riscoprire la spiritualità nella vita è di grande aiuto per perseverare nell’amore e per godere della vita. Inoltre ci teniamo a ricordare che papa Francesco, nell’Amoris Laetitia, ci insegna che la spiritualità non è fuga dal mondo o ascesi sterile, ma è qualcosa che è fatta di migliaia di gesti concreti. Anche una carezza, un caffè preparato con amore, una passeggiata insieme, possono diventare luogo di incontro anche con Dio”.

Antonio e Luisa De Rosa (blog Matrimonio cristiano)

 

“Noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio. Cosa significa ciò? Che siamo tutti con i capelli lunghi e barba come Gesù? Certo che no. Significa vivere nel modo di Dio. Dio che è una relazione d’amore tra Tre Persone. Abbiamo nel cuore il desiderio e la nostalgia di relazioni che ci permettano comunione ed intimità. Quando una persona si dona completamente ad un’altra si mostra in tutto ciò che è. Nella sua parte più profonda e spirituale. Quando nel matrimonio si è capaci con il tempo di arrivare a questa profondità di relazione anche il corpo si trasfigura. Mia moglie che ormai ha superato i 50 per me è la più bella di tutte. So che oggettivamente non è così ma il mio sguardo vede in lei la bellezza di tutta la persona arricchita dall’amore che ci siamo donati in questi 20 anni”.

Roberto e Claudia Reis (blog amati per amare)

“Il desiderio più vero e profondo dell’essere umano non è una casa di lusso e un lavoro strapagato, ma amare ed essere amato. Quando fiorisci nell’amore dato e ricevuto, ecco che la tua vita diventa piena e soddisfatta e anche le sfide e i problemi hanno un altro sapore. Se ti senti amato, ami a tua volta, e questo ti porta a mettere in circolo un bene che sana ogni ferita e ogni fatica. Conoscere la spiritualità di una persona significa vedere la qualità della consapevolezza della propria interiorità, che di solito porta ad una qualità decisionale positiva che non dipende solo dall’emotività del momento, ma ha radici più profonde e rende la persona più stabile e affidabile. Tuttavia a volte si può usare la spiritualità per camuffarsi, dare un’immagine distorta di sé per non affrontare come davvero si è. Noi crediamo che per conoscere veramente una persona bisogna tenere conto di tutte le sue dimensioni: biologica (nel corpo), psicologica (struttura emotiva), sociale (come sta in relazione), aperta al trascendente (quale spiritualità dà senso alla sua vita)”.

L’innamoramento romantico non è un modello a cui ispirarsi, possiamo dire che non bastano il fascino del corpo e dell’intelligenza a fare nascere un amore sincero che resista nel tempo ?

Pietro e Filomena: “Il fascino del corpo e dell’intelligenza sono il primo passo dell’amore, non bisogna demonizzarli. Siamo fatti di carne e non dobbiamo aver paura di questo. L’importante però, affinché una relazione d’amore possa crescere, è non fermarsi qui. Ma se non ci si piace, se non ci si attrae non è possibile stare insieme e progettare insieme una vita. La durevolezza, ripetiamo, dipende secondo noi dalla cura, da quanto ci dedichiamo a stare bene con la persona che abbiamo accanto. Le differenze, spesso, ci spaventano e ci fanno scappare; ma trovare un accordo, confrontarsi e trovare insieme una soluzione sulle piccole grandi cose di ogni giorno diventa una palestra per avere mete comuni e che fanno stare bene entrambi”.

Antonio e Luisa: “Iniziamo con il dire che l’attrazione fisica è fondamentale. L’altra persona non deve essere necessariamente bella oggettivamente, ma deve avere dei tratti che ci affascinano e ci attraggono anche fisicamente. Non ci si innamora dell’anima di una persona ma del suo corpo che manifesta anche le doti dell’anima e di tutta la persona. Poi però è importante curare e custodire la relazione. Quando ci si sposa non promettiamo di amarci tutta la vita ma ogni giorno della nostra vita. È una sottigliezza ma che fa la differenza. Significa che ogni giorno siamo chiamati a rinnovare quella promessa con le parole, con il servizio, con gli abbracci e con tanta cura dell’uno verso l’altra. E poi cari sposi fate l’amore. Quello è un vero gesto liturgico che vi permette di riattualizzare il vostro sacramento. Gesto liturgico e sacramentale che vi permette una vera esperienza di Dio attraverso il corpo”.

Roberto e Claudia: “La fase dell’innamoramento può essere una porta d’ingresso ad un amore sincero che resista nel tempo. L’innamoramento è la fase iniziale dell’idillio, dell’amore romantico, in cui l’altro sembra perfetto così com’è, sembra quasi il partner ideale. In questa fase c’è una massimizzazione delle qualità e una minimizzazione dei difetti. I partner in questa fase potrebbero pensare illudendosi, che tutto andrà bene senza che ci sia bisogno di impegnarsi. Quando cade quest’illusione la coppia va in crisi. Ciascuno comincia a scoprire che l’altro era diverso da come pensava. E questo diventa un bene se la coppia scopre come trasformare la propria reciproca fragilità in un’occasione di intimità più profonda. E come si fa? Lavorando insieme sui problemi, vedendo ciascuno la propria parte nell’incastro doloroso che è la crisi, cambiando, migliorando, perdonandosi, riparando alle ferite inferte. Ecco, quello che costruisce un amore sincero nel tempo è dato da tutte le difficili vette scalate insieme, dai conflitti affrontati e superati e quindi dall’atteggiamento con cui ciascuno mostra di tenerci alla coppia e all’altro nonostante le difficoltà. La fede illumina questo cammino, per cui la relazione d’amore che ciascuno ha con Dio è il carburante che alimenta ad andare incontro all’altro in modo centrato e maturo”.

Come si può creare un rapporto d’amore autentico tra due persone ? Quali caratteristiche devono avere le persone che vorrebbero amarsi e impegnarsi in un progetto di vita insieme ?

Pietro e Filomena: “Come sempre non è facile rispondere a queste domande e non esistono ricette valide per tutti, ma certamente – come diciamo spesso sul nostro Blog a chi ci chiede un parere – rispondiamo che la felicità dipende da quanto investiamo in una relazione (che sia d’amore o di amicizia) e, ovviamente occorre la reciprocità. Persone che vogliono fare sul serio e si spendono riescono poi ad avere amicizie, fidanzamenti e matrimoni autentici. Fare sul serio in amore non ci deve far pensare necessariamente a sacrifici e difficoltà, ma vuol dire anche investire il proprio tempo con l’altra persona per divertirsi insieme, per diventare sempre più complici nel bene, nel cercare insieme obiettivi belli nella vita. Il matrimonio può essere la tomba dell’amore se lo lasciamo andare, se non lo curiamo; diventa invece BOMBA dell’amore se invece lo nutriamo di cose buone. Questo vale per tutti gli ambiti più importanti della nostra esistenza”.

Antonio e Luisa: “Non servono caratteristiche speciali. Chi si sposa non deve essere un supereroe. Serve però avere un progetto comune ed impegnarsi per portarlo a compimento, giorno dopo giorno. Noi cristiani abbiamo una consapevolezza in più. Sappiamo che la nostra vocazione passa attraverso l’amore che sapremo offrire all’altro anche quando l’altro magari non lo merita. Chi si sposa non deve essere un mendicante in cerca di qualcuno che riempia il suo serbatoio affettivo e sessuale, ma una persona che si sente amata e che desidera condividere la sua ricchezza con un’altra”.

Roberto e Claudia: “Un rapporto d’amore autentico si può creare quando entrambi i partener sanno esprimersi l’affetto con gesti e parole, stimandosi e valorizzandosi a vicenda. I partner conoscono il linguaggio d’amore dell’altro e ne alimentano il serbatoio d’amore.  Sono aperti a vedere, riconoscere, dare un nome ad affrontare i problemi e le crisi che inevitabilmente ogni relazione porta con sé. Se le persone non vogliono, vedere, non vogliono affrontare, dicono “io sono così che posso farci”, “è il mio carattere”, non sono disposti a mettersi in discussione e a vedere il loro, questo non consentirà all’amore di crescere. I problemi non sono i problemi. Ma come e se li si affronta.

Adesso facciamo il decalogo di alcune caratteristiche che le persone dovrebbero avere se vogliono amarsi e impegnarsi in un progetto di vita insieme. Ma ricordate che nessuno è perfetto, che ci sarà sempre qualche caratteristica che manca, e torniamo al punto di cui sopra, se ti accorgi che ci sono dei nuclei di fragilità puoi metterci mano. La persona deve avere fatto un lavoro emotivo su di sé e la propria storia; è consapevole del proprio valore, si ama e si pone in maniera paritaria nella relazione senza sopraffare o sottomettersi, mantenendo un’identità autonoma e distinta, capace di pensare e prendere decisioni autonome, ma anche di negoziare; ha tagliato il cordone ombelicale (emotivo e materiale) con i genitori dando alla famiglia d’origine il giusto posto; ha una comunicazione chiara, aperta e diretta condividendo la verità di sé e della propria storia; ha una stabilità emotiva, flessibilità, creatività e mantiene una prospettiva positiva e costruttiva sulle cose; custodisce e realizza i propri sogni di vita”.

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