La mia favola a metà, di Francesca Guglielmino: brillante romanzo riflessione sulle “cose interrotte”

La vita mette ognuno di noi di fronte a molti abbandoni, numerose sfide, grandi e piccole paure… e a questioni interrotte, che presto o tardi tornano sempre a chiedere il conto. È una cosa che sa benissimo anche Giordana, la protagonista della storia. Lei, dopo aver affrontato mille prove, era convinta di aver trovato il vero amore. Saranno il rapporto interrotto con la sorella Tiziana, il legame con la sua famiglia, l’amicizia con Elisa e i diversi uomini che incontrerà sul suo cammino a farle vivere un intenso labirinto di emozioni tra gioie e dolori, rinunce e rimpianti. Soltanto così riuscirà a comprendere il filo sottile che divide l’amore dall’amicizia.

E poi una tranquilla sera di gennaio Giordana cede alla passione, quella che ti consuma dentro e che subito sconvolge il cuore. Che sia davvero giunto l’amore a chiederle il conto con la vita?

Con uno stile di scrittura leggero, l’autrice è riuscita a raccontare della grande complessità in cui vivono gli adolescenti, le persone più sensibili. Personalmente non sono riuscito nemmeno a “odiare” i bulli, gli egoisti, gli opportunisti, i superficiali di cui si parla nel romanzo, anzi forse per loro ho provato un sentimento di pietà.

Francesca Guglielmino, l’autrice

Hai raccontato la storia di diverse anime nel tuo romanzo, Giordana non è stata l’unica. Senza svelare nulla di particolare, è chiaro che Giordana non ha vita facile eppure, quegli anni, sono comunque la metà di una favola, della sua favola: è un inno alla vita? Alla sua gioia? Alla sua bellezza, nonostante tutto?

La storia di Giordana vuole essere una storia quanto più possibile vicina alla realtà di vita di ognuno di noi. Chi alla fine dei conti riesce ad avere una vita semplice, senza problemi, perfetta? Sicuramente è un inno alla speranza, a non demoralizzarsi. Bisogna mettersi sempre in gioco, si può cadere ma poi bisogna sempre rialzarsi. Non può sempre andar male, per fortuna c’è sempre qualcuno che ti fa capire ‘perché’ o ‘come’ o ‘che cosa’ non sia andato nei migliori dei modi ed è da lì che bisogna riprendere la speranza.

Giordana, come del resto tutti noi, incontra nel suo cammino tante persone “a tempo determinato”, le vive pienamente, non si riserva mai con nessuno, se non forse con le più importanti: ecco, perché? Per paura di perderle come le altre? Come ti spieghi questo atteggiamento di Giordana?

La vita è fatta di tappe e di incontri che nel tempo ti aiutano a maturare, a capire chi sei anche in relazione agli altri, sono a tempo determinato perché sono quelle persone che rappresentano delle vere proprie tappe nella vita: il primo amore, l’amore vero, l’amore sbagliato. La speranza di ognuno di noi è di trovare sempre e comunque l’anima gemella e l’amore della vita. Ogni persona che incontriamo, vissuta a pieno, ci permette di capire molte sfaccettature del nostro carattere e, per certi versi, a modificarle in tal senso. La costante paura di perdere qualcuno è un qualcosa che accomuna tutti quanti, anche se in realtà non lo diciamo. Questo senso dell’abbandono in Giordana si sente principalmente perché ogni qualvolta fa un passo in avanti per mettere da parte una sua paura, si rende conto che deve affrontare uno step successivo e superarne un’altra. Purtroppo, è quello che succede quotidianamente ad ognuno di noi. In Giordana non c’è da spiegare un atteggiamento, c’è un capire dove e come mettersi in gioco e comunque anche quando tu non hai voglia e cerchi di nascondere la testa sotto il cuscino, determinate verità ti vengono sbattute in faccia e poi lì non hai scelta, devi per forza andare avanti e capire dove e come superare quella situazione.

Le cose interrotte ritornano sempre e chiedono il conto: a Giordana è successo e a te? Quanto di Giordana c’è in Francesca?

Le cose interrotte tornano a chiedere il conto a tutti, soprattutto in ambito sentimentale. Io credo che nella vita prima o poi tutti si rivelano e solo pochi restano. Chi se ne va, a volte, torna indietro per ricordarti il motivo per cui se n’è andato. Sembra un ragionamento un po’ contorto, però se rifletti sulle persone che hai incontrato, dall’adolescenza fino ad oggi, effettivamente è così. Credo che non sia successo solo a me, ma sostanzialmente a tutti. Quando si cerca di mettere da parte un rapporto, alla fine bisogna comunque fare i conti con esso. Di me in Giordana c’è poco, forse ci sono in comune i problemi scolastici, quelli brutti, del bullismo, che alla fine mi hanno permesso di andare avanti. Anch’io ho fatto i conti con le mie paure, con i miei piccoli problemi e ho cercato di migliorare fino alla persona che sono oggi.

Ai bulli, agli adolescenti in genere, alle future mamme, a scuola: è un libro versatile che può leggere chiunque senza sentirsi “attaccato”. Ma più di tutti, a chi consiglieresti il tuo libro?

Consiglio questo libro a tutti coloro che hanno bisogno di capire o di vedere una testimonianza, perché alla fine quello che stai vivendo non è mai il male peggiore, c’è sempre un risvolto della medaglia, che ci permette di capire che bisogna sempre andare avanti, senza farsi sopraffare dalle situazioni. Raccomando il libro a chi ha voglia di immergersi in una storia quanto più possibile reale e a lieto fine. È rivolto anche ai bulli, perché, a volte, comunque non sanno di esserlo. Questo libro è scritto dal punto di vista della vittima e l’altra parte spesso non comprende che ciò che fa, non riesce a comprendere che non è più un gioco, ma un attacco costante e che consuma l’altro.

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