In Ucraina c’è una guerra che condannano tutti ma che nessuno ferma

Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il Capo del Cremlino ha mantenuto i contatti con i leader europei ma mai in presenza, solo attraverso delle lunghe conversazioni telefoniche.

Dopo 47 giorni di combattimento, oggi si è tenuto il primo incontro faccia a faccia tra Vladimir Putin e un leader dell’Unione Europea: è stato il cancelliere austriaco Karl Nehammer a volare a Mosca nella tenuta presidenziale di Novo-Ogaryovo.

L’incontro è durato circa 90 minuti e si è tenuto rispettando restrizioni mediatiche severissime, senza foto o video e conferenza stampa -come aveva annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – ma, secondo quanto riportato dalla testata austriaca ‘Kronen Zeitung’, Nehammer ha dichiarato che “il colloquio con Putin non è stato amichevole”. Il messaggio portato a Putin è stato: “Questa guerra deve finire, perché in una guerra ci sono solo perdenti da entrambe le parti”.

Si è parlato anche dei presunti crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina e Nehammer ha detto di aver chiesto un’indagine internazionale. Dal suo canto, la Russia nega che i suoi soldati abbiano commesso atrocità in Ucraina.

Intanto sul campo si continua a combattere e ad essere sotto assedio è la martoriata Mariupol, “la Genova dell’Ucraina” ormai sventrata. Secondo l’ex grillino Alessandro Di Battista “ È chiaro che c’è chi vuole che la guerra continui… fino all’ultima goccia di sangue insomma, chiaramente dell’Ucraina”.

Sembra che a tutti faccia comodo che questa guerra vada avanti: la vuole sicuramente la Russia altrimenti non avrebbe invaso l’Ucraina, la vuole l’Ucraina che non si arrende e si difende chiedendo armi e sanzioni per la Russia; ma la vuole anche l’America perché ci guadagna vendendoci il suo gas con un rincaro del 30%, ci guadagna vendendoci le armi con la scusa del Pil al 2% e non ci perde nulla perché i profughi ucraini scappano in Europa, non in America.

E l’Europa? L’Europa fa la filiale filoamericana della Nato in seno al Patto Atlantico. Non si parla più di pace, non si parla più di trattati e nemmeno di negoziati.

L’Ucraina chiede più armi e i Paesi “neutrali”, anziché pressare per i negoziati, armano i civili ucraini ed inaspriscono i rapporti con Putin etichettandolo come macellaio o assassino: siamo tutti d’accordo sul fatto che le sue azioni siano da criminali, ma frasi del genere ce le possiamo permettere noi al bar e non chi dovrebbe sedersi al tavolo con Putin per farlo rinsavire.

Dichiarazioni come quelle di Mario Draghi “preferiamo la pace o star tranquilli con l’aria condizionata accesa?”, o quelle di Ursula von der Leyen “sono convinta che l’Ucraina vincerà la guerra”, ma anche quelle di Jens Stoltenberg “la Nato pensa ad un esercito permanente ai confini dell’Europa”, non sono frasi da diplomatici, questo atteggiamento non porterà mai alla pace ma all’unico risultato di prolungare l’agonia e il massacro.

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