Il dono della vita, lettera di una giovane per i giovani

Era il marzo 2020, quando d’improvviso nelle televisioni nazionali veniva annunciata la diffusione di una pandemia il “COVID-19”. Sono seguiti mesi di quarantena, di solitudine, di isolamento; mesi senza abbracci e affetto. Mesi durante i quali l’Italia ha dimostrato quanta umanità potesse essere trasmessa durante i periodi più cupi.

E finalmente un barlume di speranza è giunto al termine del 2020 con l’arrivo dei vaccini che hanno consentito un ritorno alla normalità in tempi celeri. Feste, serate, locali affollati, negozi, teatri hanno ripreso il loro regolare funzionamento. Il ritorno nelle palestre, nelle piscine, negli stadi da parte dei tifosi per tifare la propria bandiera. Momenti di spensieratezza che mancavano da tempo! Momenti che oggi vengono vissuti con maggiore consapevolezza di ciò che si ha e di ciò che, in un attimo, potrebbe non esserci più.

Eppure, durante eventi importanti come la vittoria della Nazionale italiana agli Euro2020, questo senso di responsabilità é venuta meno.
L’euforia e la gioia del momento, unite al periodo negativo dal quale il Paese sta uscendo, hanno portato i giovani a perdere quel senso di consapevolezza. Ciò ha provocato non solo quei famosi assembramenti di cui siamo stati privati per mesi ma anche la morte di giovani per le strade italiane. Momenti di festa trasformati in tragedia per la voglia di recuperare quel divertimento mancato per mesi; la voglia di strafare per dimostrare invincibilità; l’esuberanza nel dire: “Ce l’abbiamo fatta, é finita!”.

Eppure, sono diverse le famiglie che oggi piangono questa felicità e magari avranno pure pensato quanto la quarantena avesse potuto salvare i loro cari. É opportuno quindi continuare a sensibilizzare i giovani sull’importanza della vita e su quanto questa sia un dono inalienabile da custodire preziosamente.

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