Il Capodanno e la sua storia
Notte di San Silvestro, le tradizioni più curiose (e portafortuna)
L’usanza è variamente diffusa in Italia, ed è ancora viva in grandi città come Roma e Napoli, spesso con danni alle automobili in sosta e talvolta anche agli incauti passanti.
Ai cocci rotti, poi, si accompagnano gli spari, col duplice significato di cacciare gli spiriti maligni, e di esprimere allegria: quest’ultimo significato ha assunto un ruolo prevalente nella coscienza popolare, durante gli ultimi anni.
All’inizio dell’anno, queste tradizioni hanno soprattutto l’obiettivo di assicurarsi l’abbondanza, il benessere e la felicità per l’intero anno.
Il rosso ad esempio era ritenuto simbolo di regalità e ancora oggi gli attribuiamo questo significato. I colori incidono per un lato comunicativo oltre a quello estetico.Il rosso è il colore della vitalità, esprime in questo periodo la capacità di rinascere e rappresenta l’energia di un nuovo inizio.Il colore rosso è anche simbolo di cuore, amore e di sensualità, che portano tutti , ad indossare biancheria intima di colore rosso la notte di San Silvestro, perché per tradizione porterà fortuna al nuovo anno.E si sa, di fortuna più ce n’è meglio è! (Mai come quest’anno ne abbiamo bisogno davvero tutti)
Il 2020 è stato un anno difficile, da dimenticare ma il cui segno rimarrà indelebile sulla nostra pelle.
Abbiamo chiesto ad alcuni cittadini , quale è stato l’evento negativo o positivo del 2020.
Lilliana 52 anni risponde che la cosa più bella del 2020 è stato poter vivere in più e in maniera diversa la famiglia, riappropriarsi della lentezza, e quella negativa, “buttare via i chili di troppo”.
Per Giulia bisogna “buttare via la malattia, la sofferenza, la solitudine”.
Renzo: “Se in un periodo come l’adolescenza, come in questo caso, siamo costretti a stare chiusi in casa e a non fare milioni di cose che in un periodo come l’adolescenza, come in questo caso, siamo costretti a stare chiusi in casa e a non fare milioni di cose che in un periodo normale avremmo certamente fatto, di sicuro ci viene difficile accettarlo.
Infine Agnese di solo 11 anni chiede: “Caro odiato Coronavirus, vorrei concludere con una richiesta. Prenditi una pausa, possibilmente perenne, per favore, lascia a me e al mondo intero un po’ di tregua e la possibilità di tornare alla vita di una volta”.