Il poeta mirabellese Giuseppe Bonura e la sua ‘Strata nova’

Il poeta mirabellese Giuseppe Bonura e la sua ‘Strata nova’. Quarta raccolta dal titolo ‘Strata nova’, 156 poesie in dialetto mirabellese.

Il poeta mirabellese Giuseppe Bonura. Mirabella Imbaccari è un piccolo paese dell’entroterra siciliano e, con un passato legato all’agricoltura e all’emigrazione, esprime a volte un’anima nostalgica che ricorda un’arcadia che non esiste più, foriera di buoni sentimenti e di unità tra le persone.

Il poeta Giuseppe Bonura ha appena pubblicato per le Edizioni Drepanum di Trapani la sua quarta raccolta dal titolo ‘Strata nova’, 156 poesie in dialetto mirabellese che invitano il lettore alla scoperta del suo legame, mai reciso, con la terra natia, terra generosa per la ricchezza e il valore della sua bellezza ma terra anche dura e silenziosa perché costringe molti suoi figli a separarsene con dispiacere.

In queste poesie leggiamo uno sguardo  sincero e pulito verso un mondo che sembra non appartenerci più, distratti come siamo oggi dal cercare sempre cose nuove che non ci appagano mai, una corsa che gioca a nostro sfavore perché non sappiamo più quale sia l’autentico rapporto con il tempo, un tempo fatto di lentezza che ci restituisce l’aspetto più autentico dell’essere umano, l’uomo che ama la natura e si imbeve dei suoi frutti (l’amore per la famiglia, la pace nella società, la semplicità e il calore dei rapporti umani che segnano l’esistenza di ciascuno).

Il poeta catanese Alessio Patti nella sua prefazione dice che ‘questa antologia poetica è un racconto emozionale e i versi testimoniano la comunione spirituale del poeta con la terra natia ereditata dal padre, luogo intimo che egli ringrazia per aver ricevuto un retaggio cosi nobile e puro’. La poesia così diventa l’espressione della ricerca del sé più genuino, slegato da ogni logica utilitaristica, che ricerca un legame con la terra e la vita per poter trovare la propria verità interiore, vedere in modo diverso ciò che crediamo di conoscere senza averne afferrato il senso più profondo. “Na vita di circari strati novi / e l’avia nta la carrata antica / Nciuruta di papaviri e di marghiriti / chi profuma di finucchieddi rizzi / di sarvia e di rosamarina”.

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