Giornata internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù

Giornata internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù e della Tratta Transatlantica degli Schiavi, per rieducare le società future

Giornata internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù. Per oltre 400 anni, oltre 15 milioni di uomini, donne e bambini sono stati vittime del tragico commercio transatlantico di schiavi, uno dei capitoli più bui della storia umana.  Ogni anno il 25 marzo, la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi offre l’opportunità  di onorare e ricordare chi ha sofferto ed è morto a causa del brutale sistema della schiavitù.

In commemorazione delle vittime, l’Assemblea Generale, con la risoluzione 62/122 del 17 dicembre 2007, ha dichiarato il 25 marzo, la Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica degli Schiavi da osservare ogni anno.
La risoluzione chiede inoltre l’istituzione di un programma di assistenza per mobilitare le istituzioni educative, la società civile e altre organizzazioni ad inculcare nelle generazioni future le “cause, le conseguenze e le lezioni del commercio transatlantico di schiavi, e a comunicare i pericoli del razzismo e pregiudizio”.

La Giornata Internazionale mira anche a sensibilizzare sui pericoli del razzismo e del pregiudizio dei giorni nostri.

Cenni storici

Il commercio transatlantico di schiavi ha rappresentato la più grande forma di migrazione forzata nella storia, e innegabilmente una delle più disumane. Il vasto esodo di africani si diffuse in molte aree del mondo, per un periodo di 400 anni e non ha precedenti negli annali della storia umana.

Come diretta conseguenza della tratta transatlantica degli schiavi, il più grande trasferimento di africani avvenne in direzione delle Americhe €“ con l’arrivo nei porti del Sud America e delle Isole caraibiche, del 96 per cento dei prigionieri su navi negriere provenienti dalle coste africane.

Dal 1501-1830, L’Atlantico venne attraversato da un numero di africani quattro volte maggiore rispetto al numero di europei che nello stesso periodo attraversarono l’oceano. Questo fenomeno caratterizzò la demografia delle Americhe di quel periodo come un fenomeno basato sull’ampliamento della diaspora africana piuttosto che un esodo europeo. L’eredità di questa migrazione è ancora evidente oggi, attraverso la presenza nelle Americhe di grandi comunità di persone di origine africana.

L’idea iniziale di capovolgere la visione precedentemente accettata iniziò con un primo movimento abolizionista anglo-americano. Gli individui e le organizzazioni erano in contatto, promuovevano e pubblicavano libri, opuscoli e giornali come parte di uno sforzo per aumentare la consapevolezza della causa. Questo fu l’inizio di uno dei più grandi movimenti umanitari mai visti.

Un ruolo chiave in questo primo movimento fu interpretato da un certo numero di abolizionisti neri, tra cui il gruppo britannico Figli dell’Africa, i cui membri includevano Olaudah Equiano (Gustavus Vassa) e Ottobah Cugoano.

Il movimento abolizionista prese piede (o acquistò slancio), lavorando con gruppi come i quaccheri per ottenere un cambiamento da zero. Diversi Stati degli Stati Uniti, iniziando con il Vermont nel 1777, approvarono le leggi contro il commercio degli schiavi e le leggi anti-schiavitù molto prima della legislazione federale.

Molte nazioni si impegnarono anche a diventare firmatarie di trattati internazionali sulla questione. Dal 1807 la Gran Bretagna e l’America abolirono giuridicamente il commercio transatlantico di schiavi. Tuttavia queste azioni non decretarono la fine della schiavitù.

Decenni più tardi, lo “Slavery Abolition Act” del 1833 pose fine alla schiavitù in Canada, nelle Indie Britanniche Occidentali e nel Capo di Buona Speranza, mentre l’”Indian Slavery Act” fu firmato nel 1843. La schiavitù fu abolita nel 1848 in Francia, nel 1853 in Argentina, nel 1863 nelle colonie olandesi e statunitensi, e nel 1888 in Brasile.

Fonte di questo articolo: https://giornatamondiale.it/

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