Enna, faceva prostituire la propria fidanzata: arrestato

La Polizia di Enna ieri ha arrestato il 39 enne SPITALERI Davide per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione per avere favorito e sfruttato il meretricio esercitato dalla sua convivente.

L’uomo aveva avviato la propria fidanzata all’attività di prostituzione in Enna, sfruttandone gli introiti economici, dava inizio ad una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna.

Il meretricio subiva sempre una forte scrematura della clientela, attivata in primo luogo dalla medesima donna, ma spesso anche dallo SPITALERI. Quest’ultimo, poi, partecipava attivamente, curando il momento di valutazione economica dell’esercizio della prostituzione da parte della sua donna, simulando telefonate di interesse verso altre prostitute allo scopo di acquisire informazioni circa i prezzi praticati per le diverse tipologie di prestazioni sessuali e di orientare, così, “l’offerta sessuale” della compagna. La donna, inoltre, inviava allo SPITALERI i nominativi e/o le foto dei futuri clienti al fine di farle valutare da quest’ultimo, garantendosi una sicura protezione anche in anticipo. Lo SPITALERI sollecitava la sua compagna ad offrire i suoi “servigi” ai clienti al fine “di fare cassa”, posto che spesso lui sosteneva di non aver guadagnato nulla.

La donna, inoltre, dimostrava di sentirsi più tranquilla e serena sapendo il suo compagno immediatamente reperibile per qualsiasi evenienza negativa. Attraverso il servizio di videosorveglianza installato presso il luogo in cui la donna ha esercitato l’attività di prostituzione, si riusciva a cogliere la presenza in quell’immobile dell’indagato SPITALERI Davide, quale ulteriore dimostrazione del fatto che questi garantiva continuamente “protezione” alla compagna, mentre questa vendeva prestazioni sessuali.

Dalle conversazioni intercettate, SPITALERI Davide si distingue ed è conosciuto come protettore e sfruttatore di prostitute; il predetto, infatti, dimostrava di essere anche in grado di procacciare altre prostitute (e non solo la sua convivente) in favore di un amico, che gliene aveva fatto richiesta, durante una conversazione telefonica.

L’attività di indagine evidenziava la condizione di sottomissione della donna nei confronti del suo uomo, lesiva della stessa dignità della prima, che sembrava dovergli rendicontare l’attività svolta di giorno in giorno.

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