Di Maio lascia il Movimento, parla Di Battista

Martedì sera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato la sua uscita dal Movimento 5 Stelle (insieme ad altri sessanta deputati) e la nascita del suo nuovo partito: “Insieme Per Il Futuro”.

Questa scissione ha causato un discreto trambusto nella politica italiana perché potrebbe mettere a rischio l’intesa del campo largo con il PD, inoltre, delegittima il Movimento 5 Stelle da prima forza di maggioranza relativa a seconda, lasciando il primato alla Lega di Matteo Salvini.

Il Leader M5S, Giuseppe Conte, ha commentato: “In questi giorni è stato sottolineato che non siamo più la prima forza politica in Parlamento. Direi che essere i ‘primi’ nel Palazzo non è tutto. Per me l’importante è essere i primi a tendere la mano nel Paese alle famiglie in difficoltà, ai giovani precari, a chi lotta contro l’inquinamento nella propria città, alle imprese che non vogliono chiudere i battenti nei loro territori”.

Con un post su Facebook, Alessandro Di Battista commenta: “Della nuova scissione del Movimento 5 stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo “atlantisti e europeisti” o “moderati e liberali”, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell’assembramento. Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni.
Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel consiglio dei ministri) per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità.
Forse adesso, e soltanto adesso, alcuni attivisti del Movimento stanno comprendendo le ragioni delle mie scelte passate (e anche di quel che dicevo in passato). Ma, per l’appunto, è il passato.
Oggi sono preoccupatissimo per una guerra che in pochi vogliono che finisca (ancor di più ora che il predominio russo è particolarmente visibile).
Sono preoccupatissimo per quel che sta avvenendo intorno a Kaliningrad (città natale di Immanuel Kant e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di ragionare in questi giorni).
Sono preoccupato per gli effetti delle sanzioni in Europa (Quando si guadagnano 14.000 euro al mese non ci si rende conto della tragedia dell’inflazione al 7%).
Sono preoccupatissimo per l’inesorabile scivolamento dell’Europa verso la più totale inutilità e sudditanza. Anche perché, è bene rammentarlo, europeismo ed atlantismo, mai come ora, non sono affatto la stessa cosa. Gli interessi americani non coincidono con quelli europei.
Sono preoccupatissimo per le violazioni costituzionali che vengono perpetrate con disinvoltura. L’invio di armi in Ucraina non è solo un drammatico errore strategico è anche una vile profanazione dell’articolo 11 della nostra Carta costituzionale. Un articolo pensato dai padri costituenti con i cadaveri della II guerra mondiale ancora caldi.
Sono preoccupato per Assange del quale in pochi hanno il coraggio di parlare.
Sono preoccupatissimo per la finanziarizzazione del crimine organizzato in Italia, perchè nel nostro Paese i colletti bianchi hanno licenza di delinquere e per le conseguenze della legge Cartabia. Conseguenze che presto, ahimè, proveremo sulla nostra pelle.
Sono altresì preoccupato per i tentativi di delegittimazione che vengono messi in atto verso tutti coloro che non osano pensarla come vuole il “sistema”. Le randellate mediatiche che subisce chi osa pensare con la propria testa (esercitando il dubbio e coltivando la memoria) hanno un obiettivo: silenziare più voci possibili.
Grazie a Dio ho le spalle larghe e dirò sempre quel che penso. Non è più solo un diritto, è un dovere. A riveder le stelle!”

L’ex deputato M5s, intervistato da TPI, ha commentato le ultime mosse dell’ex collega Luigi Di Maio e la scissione in corso nel M5s: “Non so se il Movimento sia finito”, ha detto. “Potrebbe avere una possibilità se saprà fare delle scelte scomode, difficili e radicali, come quelle controcorrente su cui nacque”. Quindi ha dettato le sue condizioni: “Potrei riavvicinarmi al Movimento, ma ad una condizione, che è l’unica accettabile per i tanti delusi (me per primo) di queste ore: uscissero dal governo e facessero opposizione“.

La risposta all’ex deputato Di Battista arriva dalla deputata del Movimento 5 Stelle Angela Raffa: “Ciao Alessandro Di Battista, stavolta ti scrivo qui e non con un messaggio privato. A volte trovo un po’ ingeneroso quello che scrivi su di noi (ed altre hai assolutamente ragione). Perché non troviamo punti di incontro? Perché non si collabora insieme al presidente Giuseppe Conte? Tu scrivi che si può fare politica anche fuori dal palazzo, ed è verissimo. Ma anche dentro il palazzo, od un Governo, esistono modi diversi di farla. Soprattutto ora, come dici tu, che i ‘moderati’ sono andati via.

Tu sei libero, da privato cittadino, di dire sempre la tua opinione (per me non solo fai bene, ma è tuo dovere farlo). Per noi parlamentari è diverso. Quando le cose non mi piacciono, che faccio, mi dimetto e lascio Sgarbi, Brunetta e Santanché ancora più liberi di decidere da soli per tutti noi?
Sai bene che non è possibile uscire dal Governo immediatamente. Si parlava di appoggio esterno, ne hanno anche scritto i giornali. Se facciamo cadere il governo immediatamente, dopo le accuse di Di Maio finite su tutti i giornali stranieri, l’Italia verrebbe tacciata di essere vicina al regime di Putin (certo che è falso, ma quando mai questo ha fermato alcuni nostri giornalisti?). Negli altri paesi la fine anticipata di una legislatura, i governi che cadono prima delle scadenza, è qualcosa che non esiste, una anomalia tutta italiana che loro non capiscono e condannano.
Sai benissimo che noi, che Conte (ed anche tu per primo), non faremmo mai niente che possa danneggiare il Paese (a costo di rimetterci). L’Italia è un paese manifatturiero che vive di export e relazioni con l’estero: le nostre imprese non hanno bisogno di altre grane e non gliele daremo noi.
Sai anche bene che questa scissione ci rende più liberi. Adesso sarà più facile fare sentire la nostra voce dicendo chiaramente cosa pensiamo. Lo stesso Giuseppe Conte lo ha messo in chiaro: il Governo deve permetterci di portare avanti le nostre battaglie (e se il Consiglio dei Ministri non le vota saranno loro ad aver fatto la scelta, non colpa nostra). Adesso è il momento Alessandro, facciamolo insieme, non mettendo limiti e condizioni ma collaborando, alcuni da dentro, gli altri da fuori”.

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