Demenze, un milione di malati in Italia. Cosa fare? Se ne discute a Caltagirone

Si svolgerà domani, 5 aprile, a partire dalle ore 9.30, presso la sala di rappresentanza del Palazzo di Città, il convegno sul tema “Declino cognitivo e demenza. Cultura e realtà”.

L’appuntamento è organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’Ospedale “Gravina”, diretta dal dr. Franz La Greca, con il patrocinio del Comune di Caltagirone e dell’Asp di Catania.

Alle ore 9.30. dopo l’iscrizione dei partecipanti è previsto il saluto delle autorità e l’introduzione ai lavori.

L’obiettivo della giornata di studio è di stimolare una riflessione sulle modalità con cui si possa migliorare e rendere più omogeneo il trattamento dei pazienti con demenza.

La demenza è una malattia cronico degenerativa caratterizzata dalla progressione, più o meno rapida, di disturbi cognitivi e del comportamento con perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza con vario grado di disabilità e conseguente dipendenza dagli altri. Tale patologia, in crescente aumento nella popolazione generale, è stata definita secondo il rapporto OMS e ADI del 2012 “una priorità mondiale di salute pubblica”.

«I numeri delle demenze sono in drammatico aumento – spiega il dr. La Grecaun milione di malati solo in Italia e raddoppieranno nei prossimi vent’anni. La demenza non colpisce solo il paziente, ma coinvolge la famiglia e la società, con costi assistenziali e sociali elevatissimi, poco supportati dai servizi che operano in modo difforme sul territorio nazionale».

Nelle tre sessioni in programma si alterneranno importanti e qualificati relatori che interverranno su: gestione delle emergenze ospedaliere dei disturbi cognitivi; cronicità: la presa in carico dello specialista; i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali e il ruolo dell’associazionismo.

«Le crescenti esigenze dei pazienti con disturbo cognitivo e demenza – conclude il dr. La Greca – richiedono un sempre più alto grado di attenzione e di stretta cooperazione tra differenti professionalità. Non basta il senso morale o la disponibilità affettiva, bisogna migliorare la consapevolezza di quello che si deve fare ed essere più attenti a quello che si fa per garantire la migliore qualità e dignità di vita».

 

 

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