Come segnalare feste private dei vicini e cosa succede

Quello delle feste private è sicuramente uno dei temi che più ha scatenato polemiche tra le restrizioni previste nel nuovo Dpcm del Governo Conte, specie dopo le dichiarazioni del Ministro della Salute Roberto Speranza che affidava ai vicini il compito di segnalare i trasgressori.

Più volte è stato ribadito che non si tratta di un divieto ma di una forte raccomandazione e quindi i trasgressori non rischiano multe, a meno che non siano riscontrate situazioni che violano le norme già in vigore e conosciute, imposte per prevenire il contagio da coronavirus.

Questo significa che non c’è motivo di preoccuparsi dei vicini “spioni”, anche se ovviamente il consiglio è quello di seguire questa raccomandazione, considerato anche il fatto che il 75% dei contagi avviene tra amici e membri della famiglia allargata non convivente.

Ogni cittadino, comunque, se vuole può segnalare assembramenti e altri comportamenti vietati alle autorità di pubblica sicurezza: basta una semplice chiamata ai vigili urbani, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Sia chiaro che non sempre la segnalazione si traduce in una vera e propria denuncia ma, piuttosto, nell’informare le forze dell’ordine di un fatto “sconsigliato”.

Al momento della segnalazione, bisogna descrivere dettagliatamente il fatto, indicare il luogo in cui si sta svolgendo l’evento e, se noto, nomi e cognomi dei partecipanti. Una domanda però sorge spontanea: chi segnala può essere etichettato come “spione di quartiere” o considerato cittadino con senso civico?

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