Massimi vertici CGIL a Caltagirone, segretario Landini: “CARA Mineo lotta nazionale”

La questione CARA è stata affrontata oggi pomeriggio nella sala conferenze della sede I.N.P.D.A.P. di Caltagirone.

“Mineo chiusa costa CARA, anche la NON accoglienza ha un prezzo salato!”. Su questo manifesto è stata indetta una singolare assemblea dei lavoratori alla quale hanno preso parte i più alti vertici della CGIL, FILCAMS CGIL e FP CGIL.
La piccola Mineo, diventata grande con il modello CARA, il più grande d’Europa, ha richiamato l’attenzione degli esponenti più illustri delle sigle sindacali che non hanno risparmiato cannonate (altro che frecciatine) al Governo e al ministro dell’Interno Matteo Salvini.

«È doveroso costruire in questo Paese un sistema di accoglienza e integrazione, il fenomeno migratorio continuerà nella storia dei popoli, per tale motivo bisognerebbe creare un nuovo modello sociale.

L’approccio del Governo in merito a questo argomento, soprattutto in questi ultimi mesi è aggressivo con un linguaggio razzista che non rappresenta la maggioranza del Paese.

La battaglia che parte dal CARA e dalla Sicilia è che questo modello di Governo non è condivisibile, non possiamo rassegnarci, anzi dobbiamo continuare a dire che vogliamo un Paese con politiche dell’integrazione.
I lavoratori del CARA hanno spesso lavorato in condizioni difficili, ma nel corso di questi anni hanno operato credendo fortemente al progetto di solidarietà, hanno subito tagli, riduzione del lavoro, hanno lavorato anche senza retribuzione.

Il messaggio è che da Mineo si può partire per porre una questione centrale, richiamare il più grande committente pubblico, ovvero il Governo, alla responsabilità rispetto al tema del lavoro, perché quando si operano delle scelte, le scelte non sono solo politiche ma possono ripercuotersi nella vita delle persone, in questo caso dei migranti e dei lavoratori del CARA e delle loro famiglie», afferma la Segretaria Generale FILCAMS CGIL Maria Grazia Gabrielli.

La Segretaria Generale FP CGIL Serena Sorrentino: «Dietro tutta la rete dell’accoglienza ci sono lavoratori e lavoratrici che con dedizione lavorano sottopagati, in condizioni estreme.

La più grande responsabilità ce l’ha il ministro dell’Interno, si è deciso che i CARA andavano chiusi, il nostro Paese non sta investendo nell’accoglienza, ma sta dicendo a fatti che l’immigrazione è un fenomeno che non va regolarizzato in Italia, probabilmente perché nel nostro Paese c’è un grande interesse ad avere un flusso di manodopera irregolare che possiamo sfruttare.

Ci vuole una rete strutturata reale di accoglienza e integrazione, in modo da qualificare il lavoro degli operatori. Deve cambiare la cultura e la legislazione in materia nel nostro Paese, abbiamo bisogno che l’Europa faccia un’altra scelta, dobbiamo tornare ad essere la più grande area di spazio, in termini di accoglienza, che esisteva nel mondo».

Chiude gli interventi il Segretario Generale CGIL Maurizio Landini: «Abbiamo intenzione di aprire una vertenza nazionale che indichi due obiettivi chiari: costruire un altro sistema di integrazione e di accoglienza nel nostro Paese, e nello stesso tempo essere capaci di utilizzare le competenze e le professionalità che si sono create in questi anni in luoghi come appunto il Cara di Mineo.

La migrazione è sempre esistita e noi dobbiamo superare le divisioni e le differenze che si fanno in questo Paese. È proprio con la migrazione e con il diritto delle persone di poter migrare che noi dobbiamo strutturalmente fare i conti. Chi ci racconta che tutto si risolve chiudendo i porti, lo fa solo a fini personali. La battaglia di Mineo è una battaglia generale, che riguarda la nazione intera».

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