Catania,precari del Teatro Bellini in protesta: chiedono l’indeterminato

I lavoratori precari del teatro Massimo Bellini di Catania, sono tornati a manifestare il loro dissenso perché non gli viene riconosciuto un diritto acquisito dopo tanti anni di precariato: il lavoro a tempo indeterminato.

 “Diritti maturati e mai affermati per inerzia della politica e di chi ha amministrato il teatro tenendolo negli anni, impudentemente, in uno stato di perenne precariato e creando danni anche al teatro stesso considerando i diversi procedimenti portati davanti ai giudici che spesso hanno condannato il teatro a pagare prezzi alti. “Così non può più essere! Il teatro ha bisogno di prospettive e di poter contare sul personale necessario. I catanesi pagano gli abbonamenti e vanno tutelati”, aggiunge.
I lavoratori chiedono subito un incontro con il sindaco di Catania Salvo Pogliese, nonché presidente del teatro più importante della città di Catania e perché venga fissato al più presto un incontro con tutti i responsabili locali e regionali al fine di avviare la procedura per la stabilizzazione.Un copione che si ripete da anni a cui i precari storici del teatro della città non vogliono più prendere parte. “Un gioco allo scaricabarile assurdo sulla pelle dei lavoratori”, lo definisce il segretario regionale del sindacato Snalv, Antonio Santonocito. La settimana prossima dovrebbe svolgersi un tavolo tecnico con sindaco, sovrintendente e assessore regionale al ramo oltre ai rappresentanti dei lavori, “ma speriamo che non si tratti dell’ennesima promessa del sovrintendente, la legge Madia non potrà essere applicata per sempre”, dichiara ancora Santonocito.

C’è tempo fino alla fine di quest’anno e se la procedura non verrà avviata subito non ci sarà il tempo di concluderla e l’ultima speranza di stabilizzazione per i lavoratori potrebbe sfumare. “I lavoratori non possono perdere l’occasione, non possiamo permettere che dei diritti acquisiti vengano calpestati senza che nessuno ne paghi le conseguenze. Le proteste potrebbero subire delle escalation eclatanti”, conclude Antonio Santonocito.

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