Catania, connessione lenta durante didattica a distanza: genitori accusati nella pagella del figlio

“L’alunno ha frequentato in modo saltuario per problemi di organizzazione familiare”, sono le parole scritte nella valutazione finale della pagella di terza media di un ragazzino dell’ Istituto Comprensivo Giuseppe Parini di Catania.

I genitori si sono sentiti profondamente offesi da questo incipit poco felice dove palesemente si manifesta un ’accusa alla gestione della situazione scolastica del periodo del covid 19. Un ’accusa infondata, dovuta ai problemi di connessione , visto che in casa non c’era una connessione stabile e alcune volte non era stato possibile accedere alla piattaforma Argo.

A dispetto del voto 7/10 e 9 in condotta la valutazione continua con epiteti poco gentili nei confronti del ragazzino quasi a voler rispecchiare una conseguenza delle “problematiche gestionali” della famiglia.

Premesso che secondo il codice deontologico degli insegnanti e secondo le norme, la valutazione riguarda esclusivamente il rendimento scolastico dell’alunno e non anche la gestione familiare dello stesso, a maggior ragione quando questa “gestione è di carattere straordinario e collettivo”. Dunque nessuno dovrebbe mai permettersi di entrare nel merito e nella vita privata di una famiglia.

L’insegnante di italiano, referente degli altri docenti della classe, aveva avuto una telefonata di chiarimento con la madre, la quale le aveva spiegato che i problemi erano reali, poiché si andava avanti con l’hotspot dei cellulari e che, visto il periodo, non era possibile una installazione della rete fissa (in ogni caso non sta scritto da nessuna parte l’obbligo della rete fissa).

Del resto la pandemia ha colto tutti di sorpresa e seppur costringendo il lavoro e lo studio da casa, non tutti erano adeguatamente attrezzati.

Il periodo di isolamento ha scatenato reazioni eterogenee sia nei bambini che nei ragazzi . Difatti, per alcuni studiare con un approccio così diverso, catapultati in un’aula virtuale, ad ascoltare con le cuffie e davanti il monitor di un pc le lezioni passive, interrotte a tratti per la connessione, è risultato avvilente ed anche imbarazzante. Mai i ragazzini avrebbero pensato ad un’interrogazione con i genitori o i nonni in altre stanze, vedendo sempre più compromesso il loro spazio personale, ritagliato tra i banchi di scuola.

Purtroppo ancora oggi si assiste ad una formazione poco attenta e troppo legata alle prassi e alle formalità, e ne è la dimostrazione che alcuni insegnanti non si sono immedesimati nella situazione reale della pandemia, ritenendo una scusa la mancata connessione, disinteresse dell’alunno uno stato emotivo di isolamento, consegna in ritardo degli elaborati se questi pervenivano l’ultimo giorno utile o per “comunicazione” equivoca. Forse dovrebbero fare i conti con la propria empatia e propensione all’insegnamento.

Inoltre, non va dimenticato che c’è chi durante il periodo del covid 19, ha lavorato mentre tutti erano a casa. E “gestire” i figli senza l’aiuto delle strutture pubbliche non è stato un gioco da ragazzi. Questo è proprio uno di quei casi.

Le pagelle sono documenti ufficiali, che attestano la preparazione dell’alunno, non il report di come una famiglia gestisce il proprio menage familiare.

Contributo: Valeria Barbagallo

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