Catania, arresti per spaccio e per false dichiarazioni per il permesso di soggiorno

Nel rilanciare la campagna di legalità della Polizia di Stato etnea impegnata a tutto tondo è stato attuata una straordinaria azione nel territorio messo in atto con il contributo dei vari uffici della Questura che, nella giornata di ieri, ha visto un grosso dispiegamento di forza, con donne, uomini e mezzi della Polizia di Stato, con l’ottenimento di un elevato riscontro in termini di risultati.

Gli operatori impegnati in questo massiccio controllo sono stati i poliziotti della  Divisione Polizia Anticrimine, della Squadra Mobile, dell’UPGSP, dell’Immigrazione e del Commissariato Centrale.

L’attività di prevenzione e controllo del territorio, disposta su precisi input del Questore della Provincia di Catania dr. Mario Della Cioppa che ha fornito specifiche indicazioni a tutte le pattuglie sul territorio provinciale di “tolleranza zero” nei riguardi di chi infrange le regole, ha così perseguito diverse tipologie di reato con i seguenti risultati:

 

SQUADRA MOBILE

ARRESTO PER SPACCIO DI COCAINA

 

Personale della Squadra Mobile ha arrestato il pregiudicato catanese BONACCORSI Antonio (cl. 1967) per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Nell’ambito dei mirati servizi, personale della Squadra Mobile – Sezione Contrasto al Crimine Diffuso, ha intensificato i controlli nel rione San Cristoforo ed, in particolare, nella zona vicina la via Plebiscito.

Nell’occasione, il personale della sezione Falchi – dopo una breve e proficua attività di osservazione – notava un soggetto che stazionava davanti un’attività commerciale della richiamata via e prendeva contatti continui con persone in transito. Inoltre, dopo ogni contatto, l’uomo entrava dentro il negozio uscendone poco dopo.

I movimenti sospetti del soggetto, identificato per BONACCORSI Antonio, inducevano gli agenti operanti a fermarlo e sottoporlo ad un controllo di polizia. In particolare, la scrupolosa perquisizione personale consentiva di rinvenire, all’interno di una borsa a tracolla, sostanza stupefacente del tipo cocaina. Precisamente, si trattava di n. 4 involucri pronti per la cessione del peso di gr. 28 circa ed un involucro più grande del peso di gr. 105 circa, oltre a denaro contante provento dell’attività illecita.

La perquisizione estesa all’attività commerciale consentiva di accertare come questa fosse stata adibita a luogo di stoccaggio. Gli operatori rinveniva e sequestravano materiale e strumenti atti al confezionamento.

Espletate le formalità di rito, BONACCORSI Antonio è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a disposizione dell’A.G.

 

VOLANTI

CONTROLLO DEL TERRITORIO

 

Nel corso del servizio di controllo del territorio, una pattuglia della Squadra Volanti interveniva in via Consolato della Seta, ove un cittadino dello Sri Lanka segnalava di essere stato vittima di rapina appena consumata.

Subito i due operatori di Polizia ricostruivano la dinamica del fatto e si ponevano alla ricerca dell’autore del reato, un uomo di mezza età che dapprima aveva chiesto in prestito lo scooter alla vittima e dopo averlo ottenuto vi si ripresentava poco dopo, con a bordo una donna, per chiedere ulteriormente in prestito anche il telefono cellulare.

Al rifiuto opposto dal cittadino impaurito, il malvivente gli strappava di mano il cellulare per poi dileguarsi a bordo del mezzo.

Nel tentativo di trattenerli dalla fuga, lo straniero riusciva a tirare a sé la borsa della donna complice del reato, all’interno della quale venivano rinvenuti i documenti dei due fuggitivi.

Giunti presso il luogo di residenza individuato, i due operatori identificavano immediatamente la donna, G.A., ivi presente, che subito ammetteva le proprie responsabilità, ma non forniva indicazioni utili in riferimento al luogo in cui rintracciare l’autore del reato, V.L..

Quest’ultimo veniva denunciato in stato di irreperibilità, in concorso con la compagna, per il reato di furto aggravato in concorso.

Nel pomeriggio di ieri, personale delle Volanti giungeva tempestivamente presso un’abitazione sita in via museo Biscari, ove poco prima era stato segnalato un furto in atto da parte del proprietario.

Già in procinto di dileguarsi per le vie limitrofe, veniva fermato il minore T. D. classe 2003, il quale ammetteva di aver tentato di rubare due biciclette, ma di aver desistito per via dell’arrivo della pattuglia.

Il giovane, affidato nell’immediatezza ai genitori, veniva denunciato in stato di libertà per il reato di furto tentato.

Nel corso della serata di ieri, durante un posto di controllo effettuato da una pattuglia della Squadra Volanti, veniva identificato e controllato preliminarmente mediante apparecchiatura “ALCOBLOW”, un soggetto trovato in evidente stato di ebrezza, conclamata dal controllo meccanico.

Pertanto, L.G., veniva denunciato ai sensi dell’art. 186/2° lettera B. del C.d.S. per guida in stato di ebbrezza e sanzionato per la mancanza di copertura assicurativa della propria autovettura.

Nel pomeriggio di ieri, presso il centro commerciale “Porte di Catania”, una pattuglia della Squadra Volanti ha arrestato una coppia proveniente da Siracusa, INTURRISI Paolo (classe ’76) e FRANZÒ Angela (classe 68) per furto aggravato in flagranza di reato.

In particolare, i due, dopo aver asportato due paia di scarpe dall’interno di un negozio del centro commerciale, avevano goffamente provato a dileguarsi nonostante il suono dell’allarme antitaccheggio attivatosi al loro passaggio. Dopo il tempestivo arrivo della Polizia di Stato, avvisato dal personale della vigilanza presente, che riusciva a bloccare i due soggetti, si accertava attraverso la visione delle immagini che la donna, durante la fuga, aveva utilizzato lo zainetto della figlia minore, di anni 8, per nascondere degli elastici per capelli appena rubati anche quelli, nonché due tronchesine ed uno strumento utilizzato per estrarre gli anti taccheggi.

La merce asportata veniva subito restituita all’avente diritto, mentre i due, dopo l’arresto, venivano subito liberati su disposizione del PM di turno.

 

 

COMMISSARIATO CENTRALE

RESTITUITA BORSA A TURISTA

 

Lo scorso 5 settembre, un poliziotto del Commissariato Centrale, libero dal servizio e in orario notturno, mentre percorreva la centrale via Sangiuliano, notoriamente frequentata da numerosi turisti, notava due giovani che precipitosamente si allontanavano portando seco una borsetta da donna.

Comprendendo che i due avessero perpetrato, verosimilmente, uno scippo, immediatamente si metteva all’inseguimento degli stessi, intimandogli, dopo essersi qualificato, di fermarsi.

I presunti scippatori non arrestavano la loro corsa ma, nonostante il tentativo di fuga, uno dei due veniva bloccato anche grazie a un agente della Polizia Locale intervenuto in supporto.

Pertanto, si procedeva al recupero della borsetta, appartenente ad una turista canadese la quale veniva rintracciata il giorno successivo restituendole il maltolto consistente nei preziosi documenti contenuti all’interno nonché denaro.

La turista ringraziava vivamente, per il loro importante operato, gli operatori intervenuti che le consentivano di continuare serenamente la propria vacanza in Italia.

Il reo, L.M. classe 1996 incensurato, veniva pertanto indagato per il reato di ricettazione.

Nella giornata di ieri, una volante del Commissariato “Centrale”, a seguito di segnalazione della locale Sala Operativa, si portava presso piazza Lanza ove un detenuto agli arresti domiciliari, P.M. classe 1968, segnalava che si era allontanato dalla propria abitazione poiché avendo poco prima litigato con la propria moglie aveva ritenuto opportuno allontanarsi dal domicilio ove scontava la propria pena.

Agli agenti intervenuti, quindi, non restava che arrestarlo per evasione e su disposizione del magistrato di turno accompagnarlo preso l’abitazione di altro parente al fine di continuare la propria pena detentiva.

 

IMMIGRAZIONE

FALSE DICHIARAZIONI PER OTTENERE PERMESSO DI SOGGIORNO

 

Nell’ambito dell’attività di istituto connessa a richieste di rilascio di “permesso di soggiorno per cittadino familiare EU” da soggetti stranieri, ha potuto riscontrare come molte di esse risultano connotate da violazioni di legge nonché alle norme concernenti la disciplina dell’immigrazione e sulla condizione dello straniero.

Talvolta tali risultanze vengono basate sull’attività previamente richiesta, nell’immediatezza, agli Uffici di Polizia territorialmente competenti, all’uopo compulsati.. Nella giornata di ieri 5 u.s., a conclusione di un approfondimento di attività di riscontro della documentazione prodotta in seno a due istanze per il rilascio del particolare titolo di soggiorno da parte di cittadini colombiani, ha accertato la falsità di parte dei documenti allegati nonché l’illeceità delle condotta posta in essere dai due colombiani: L.V. J. S. di anni 20 e  H.H.M. di anni 23.

I predetti hanno infatti costituito “unione civile tra persone dello stesso sesso” e “matrimonio civile”, con rito celebrato presso il Comune di Catania in data 27.09.2018, rispettivamente con due fratelli gemelli 49enni M. F. e M.F. entrambi disoccupati.

Le indagini svolte hanno permesso di deferire alla locale A.G. tutti gli interessati, atteso che i citati legami familiari/parentali sono risultati inesistenti.

Per tale motivo si è acclarato che le celebrazioni dei riti civili avevano l’esclusivo fine di regolarizzare la “posizione” di straniero sul territorio nazionale oltreché finalizzate a conseguire, indebitamente il “permesso di soggiorno per familiare E.U.”. rilevando la violazione dei reati pp.pp. da: a) art. 10 bis D.Lgv 286/98, commessi in Catania a far data dai tre mesi successivi dal loro Ingresso nel territorio nazionale; b) art. 110 C.P. in relazione all’art. 12 comma 5 del D. Lgv 286/98 e succ.mod. Commesso in Catania, in data del 27.09.2018, avendo concorso nel reato con i rispettivi presunti “coniugi”, fratelli gemelli M.F. e M.F; c) artt. 110/483 C.P. in relazione all’art. 76 D.p.R. n. 445/2000. Commessi In Catania in data 25.02.2019, in concorso con i rispettivi presunti “coniugi” italiani. Mentre i due italiani M.F. e M.F. entrambi indagati in stato di libertà in ordine ai reati di cui ai capi b) e c).

           

LA POLIZIA DI STATO SEMPRE ATTIVA PER I REATI DELLA VIOLENZA DI GENERE

In considerazione dei numerosi fatti di cronaca ai quali assistiamo quasi giornalmente, la VIOLENZA DI GENERE si può considerare un allarme sociale.

Per violenza di genere si devono considerare le violenze di diversa natura che generalmente l’uomo compie nei riguardi della donna.

Anche la donna può essere soggetto di violenza di genere, anche se i casi costituiscono una minima percentuale.

E’ un fenomeno di natura trasversale che occorre saper riconoscere.

Non è tipico di una estrazione sociale, tanto meno di una zona periferica o malfamata della città ed in ambito provinciale occorre ancora lottare contro i pregiudizi (status della donna – ego maschile), le ingerenze dell’entourage familiare e la mancanza di collaborazione con le FF.OO.

Con l’entrata in vigore della normativa istitutiva del reato di atti persecutori (D.L. n. 11/2009, convertito in legge n. 38/2009  ) e di violenza domestica (art. 3 del decreto-legge 14 agosto 2013 n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119), presso questa Divisione Polizia Anticrimine è stato istituito l’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili.

L’Ufficio svolge un’attività di informazione, ascolto e sostegno, rivolta principalmente alle donne vittime di violenza di genere, con particolare attenzione alla loro protezione, soprattutto nella prima fase di pronto intervento, quando la vittima inizia a metabolizzare la propria situazione.

Si tratta di una fase molto delicata, durante la quale la vittima ha un comportamento altalenante.

Compito dell’ufficio è anche ricercare, ove necessario,soluzioni per la messa in sicurezza delle vittime di violenza di genere  e dei figli  minori  presso  le  strutture  di  accoglienza  disponibili  sul  territorio, nonché curare il collegamento con le risorse, istituzionali e private, presenti sul territorio, che fanno parte della “Rete Antiviolenza Distrettuale”.

Dalla data di entrata in vigore della suindicata normativa, l’Ufficio “Minori e Vittime Vulnerabili” ha trattato 1037 pratiche relative alla richiesta  di Ammonimento, per i quali sono stati emessi complessivamente nr. 434 ammonimenti.

Oltre il 90% delle vittime che hanno richiesto l’ammonimento sono rappresentate da donne coinvolte in una relazione affettiva potenzialmente pericolosa e/o connotata da atti di violenza fisica e/o verbale e/o psicologica e/o economica e/o sessuale.

Il personale dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili collabora costantemente con gli operatori di tutte le Forze di Polizia presenti sul territorio, soprattutto nelle fasi preliminari di analisi della domanda della vittima di violenza di genere, al fine di orientarla in un percorso che possa garantirle protezione e tutela.

La messa in protezione delle donne e dei minori vittime di violenza assistita  prevede soprattutto il colloquio con la persona offesa per una valutazione del rischio ed i  contatti con la competente Procura per la  condivisione dell’intervento di protezione.

Inoltre, il personale dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili è impegnato in una costante attività di monitoraggio del fenomeno della violenza di genere, sia tramite la raccolta dei dati e la compilazione delle statistiche relativamente al fenomeno degli “atti persecutori” e della “violenza domestica”, comunicati periodicamente al Servizio Centrale Operativo – Direzione Centrale Polizia Criminale del Ministero dell’Interno; sia attraverso il vaglio delle relazioni di servizio redatte dalle Forze di Polizia a seguito di interventi per lite in famiglia.

Particolare attenzione è anche rivolta alle denunce presentate presso i vari Uffici di Polizia, ove si riscontrano situazioni di elevato conflitto nelle relazioni affettive che appaiono potenzialmente pericolose, sia per la tipologia di reato denunciata (minacce di morte, percosse, lesioni personali, ecc.) che per la presenza di minori all’interno del nucleo familiare. Ciò al fine di contattare le persone offese, fornire loro le dovute informazioni e valutare eventuali interventi di tutela, nelle more dei provvedimenti adottati dall’A.G.

E’ stato, inoltre, dato maggiore rilievo al “lavoro di rete” attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, stipulato in data 31/01/2008, cui hanno aderito numerosi partner istituzionali e privati (Procure, Comando Provinciale Carabinieri, A.S.L., Ospedali, Comuni del distretto socio-sanitario D-16, Associazione Italiana Avvocati, ecc.); nonché tramite il costante interscambio di informazioni e soluzioni di primo intervento, al fine di poter gestire la problematica in sinergia con le varie istituzioni coinvolte.

Un significativo contributo si deve anche agli incontri periodici della “Rete Antiviolenza Distrettuale” ed alla partecipazione ad un tavolo tecnico per la creazione di “procedure operative d’intervento” che hanno condotto all’elaborazione di “Linee Guida per la Polizia Giudiziaria in materia di reati di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale”.

Dette Linee Guida, elaborate dal Gruppo di Lavoro (costituito dai referenti della Rete Antiviolenza Distrettuale e coordinato dal Sost. Procuratore D.ssa Marisa Scavo), rappresentano il frutto di un costante ed attento lavoro svolto dalle istituzioni coinvolte, dal 2008 fino alla data odierna, culminato con l’attuazione del cosiddetto “CODICE ROSSO”.

Lo scorso 6 settembre, l’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili della Questura di Catania, traeva in arresto, in flagranza di reato, V.V. nato a Catania di anni 54.

Il predetto veniva indagato in stato di arresto per gli atti persecutori commessi nei confronti dell’ex convivente A. S. nata a Catania di anni 51, con l’aggravante di averli commessi in presenza del figlio minore di anni 13 e della figlia di anni 19, costringendoli a vivere in un clima di terrore, di vessazione e sottoponendoli ad una persecuzione costante.

Il personale dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili redigeva, quindi, accurato rapporto per l’A.G. competente, chiedendo la misura cautelare di cui sopra.

Precedentemente, il V.V. si rendeva autore di una escalation di fatti, tali da far temere per l’incolumità della persona offesa e del nucleo familiare della stessa.

Pertanto, in considerazione dei fatti sopra esposti, in data 06/09/2019, il  personale dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili, con l’ausilio del personale dell’U.P.G.S.P., traeva in arresto l’autore delle violenze di cui sopra.

 

Infine, l’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili della Questura di Catania, nel corso del pomeriggio del 5 settembre, veniva impegnato nella trattazione di 3 richieste di aiuto e protezione da parte di donne vittime di violenza di genere agite da parte degli ex conviventi che le costringevano a vivere in un clima di terrore, di vessazione, sottoponendole ad una persecuzione costante, con l’aggravante di aver commesso i fatti in presenza dei figli minorenni.

Inoltre, due delle tre richiedenti, dopo aver denunciato formalmente quanto fino ad allora subito, venivano poste in protezione presso idonee strutture all’uopo individuate.

 

Condividi

Cosa ne pensi?