Cannolo siciliano, il dolce dessert invidiato da tutto il mondo

Cannolo siciliano, il dolce dessert invidiato da tutto il mondo tra leggenda e degustazioni. Dalla città nissena alla tavola di tutti i giorni

Il cannolo siciliano è in tutto per tutto un dolce rappresentante dell’isola, soprattutto nei contrasti. I colori, il profumo, il sapore, e tutti i suoi dettagli si sono conservati nel tempo. Negli studi di Giuseppe Coria si evidenzia la forma fallica che ricorda la fecondità, di forza generatrice, e di allontanamento delle influenze maligne.

«Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus» queste le parole di Marco Tullio Cicerone, questore a Lylibeum (Marsala). Descritto come “tubo farinaceo ripieno di latte per un dolcissimo cibo” e ideato dal popolo arabo colonizzatore di Caltanissetta. L’idea originale non è ben delineata e un anonimo siciliano, riportato dal Pitrè, cantò le lodi del piatto così:

“Beddi cannola di Carnalivari
Megghiu vuccuni a lu munnu ‘un ci nn’è:
Su biniditti spisi li dinari;
Ognu cannolu è scettru d’ogni Re.
Arrivinu li donni a disistari;
Lu cannolu è la virga di Mosè:
Cui nun ni mangia si fazza ammazzari,
Cu li disprezza è un gran curnutu affè!”

Le sue origini sono riconducibili alla città “castello delle donne” (Kalt El Nissa), oggi conosciuta come Caltanissetta, chiamata così proprio per i tanti  harem di emiri saraceni. Un tempo forse la sua forma ricordava la banana ed era ripieno di ricotta, mandorle e miele. Forse proprio per decantare le doti del sultano e passare il tempo, le donne si dedicassero alla preparazione di tante prelibatezze. Tra di esse il cannolo è giunto ai giorni nostri.

Un’altra ipotesi, attribuisce la maternità dei cannoli alle suore nissene che lo preparavano durante il carnevale. Le donne, che siano monache o concubine, preparavano la scorcia (l’involucro esterno) riempito da una crema di ricotta e zucchero, arricchito con scagli di cioccolato, granella di mandorle e frutta candita. Di certo la sua nascita risale alla colonizzazione araba dal 827 al 1091.

Ma non è detto che le due leggende siano escludenti. La fine della dominazione saracena concise con l’arrivo dei Normanni e gli harem si svuotarono. Le donne seguirono i propri sultani, altre si stabilirono nell’isola e altre si convertirono al cristianesimo ed entrarono in convento. In questi grandi luoghi di culto sacro, le ancelle del signore riproducevano le ricette che avevano ideato e imparato. Questo darebbe valore ad entrambe le leggende, la prima diede vita al dolce per il popolo elitario saraceno e il secondo al popolo.

Caltanissetta rimane il centro del capolavoro dell’arte dolciaria siciliana c’entra sempre, al punto da poterle riconoscere la paternità e nominarla Città del Cannolo. In conclusione l’ipotesi sull’origine della sublime scorza ripiena di ricotta aromatizzata rimane al limite tra il sacro e il profano ed è oggetto di ispirazione in tante opere del mondo antico. Ultimo ma non meno importante, il Duca Alberto Denti di Pirajno, cultore di gastronomia,sostiene che il cannolo sarebbe stato inventato dalle abili mani delle suore di clausura di un convento nei pressi della città nissena. Ma lui stesso in “Sicilia a tavola”, scrive che “Il cannolo non è un dolce cristiano, ché la varietà dei sapori e la fastosità della composizione tradiscono una indubbia origine mussulmana”.

Il cannolo, dolce pagano o cristiano, è di certo una delizia per tutti i palati.

Foto articolo: immagini di repertorio

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