Caltagirone, salta la mozione dell’opposizione sul social housing

Il Consiglio comunale, a conclusione della seduta straordinaria e urgente di ieri sera, ha detto “no” alla mozione, presentata da sette consiglieri d’opposizione, per l’istituzione di una commissione speciale sul Piano integrato Caltagirone. Hanno votato a favore del documento 6 consiglieri, mentre 2 si sono astenuti e 12 si sono espressi contro.

La mozione riguardava il Piano integrato Caltagirone, vale a dire il cosiddetto “Social housing”, il programma di investimenti pubblici (8 milioni circa) e privati (7 milioni), per un totale di 15 milioni di euro, finalizzato al recupero urbanistico e funzionale di alcuni edifici di proprietà privata. Con essa si faceva riferimento alla deliberazione del Consiglio comunale dell’1 dicembre 2018, con la quale è stata approvata la proposta di rimodulazione del Programma integrato per il recupero e la riqualificazione della città, presentata dalla società a responsabilità limitata Caltagirone Social Housing, “che stravolge il progetto originario, inserendo, in alternativa all’immobile di via Luigi Sturzo (Palazzo Spadaro) e all’immobile destinato a caserma, i lotti G e H, in via Madonna della Via, destinando ad alloggi a canone sostenibile il lotto G e ad uffici per caserma dei carabinieri e alloggi di pertinenza il lotto H”. Nella mozione si sottolineava altresì che “la suddetta deliberazione consiliare, non preceduta da alcuna deliberazione di Giunta, scaturisce dalla proposta del 30 ottobre 2018, contenente solo il parere favorevole a questa rimodulazione, attraverso la delocalizzazione degli interventi dei lotti G ed H, da parte del dirigente responsabile dell’Area tecnica e nessuna presa d’atto, mediante sottoscrizione della stessa, da parte dell’Amministrazione”. Alla luce dello “stato di degrado in cui versa l’immobile di via Luigi Sturzo con la sua conseguente pericolosità per l’incolumità fisica dei passanti e, nonostante ciò, della sua esclusione dal progetto originario di recupero e riqualificazione”, si evidenziava la necessità di istituire una commissione speciale “allo scopo di approfondire lo studio sulla rimodulazione e attuazione del Piano integrato Caltagirone”. Infine, si riteneva indispensabile la presenza in aula del sindaco ”per riferire sulla posizione e sulle valutazioni proprie e della Giunta in merito”.

Sull’argomento i firmatari del documento hanno sollecitato “chiarezza, peraltro richiesta dai cittadini, e la ricerca di soluzioni alternative”. In particolare Vincenzo Di Stefano, che ha illustrato la mozione, ha sostenuto trattarsi di “mutazione genetica rispetto al progetto originario, che si rivela penalizzante per il centro storico, così privato della possibilità di ospitare 20 nuovi alloggi previsti adesso nella zona nuova”. Lara Lodato ha stigmatizzato “come un progetto così rimarchevole non sia stato sostenuto politicamente dall’Amministrazione”. Cristina Navarra ha precisato di non essere contro l’investimento, ma di voler capire “se è stato fatto tutto il possibile perché vi venisse coinvolto il Palazzo Spadaro”. Aldo Lo Bianco ha rilevato “le profonde contraddizioni di un’Amministrazione disattenta su una vicenda così importante”. Marco Failla ha evidenziato che “l’esecutivo non ha voluto colpevolmente assumersi le proprie responsabilità, come invece avrebbe dovuto”. Mario Polizzi ha parlato di “atteggiamento pilatesco della Giunta, pronta a scaricare le responsabilità sull’organo tecnico”.

Di tutt’altro tenore le dichiarazioni degli appartenenti alla maggioranza, che hanno  osservato come il provvedimento attenesse “ad aspetti gestionali”. In particolare, Antonio Montemagno ha rivendicato all’esecutivo “una serie di tangibili risultati che ne dimostrano la notevole e concreta attenzione al centro storico”. Per Oriella Barresi “con la rimodulazione, l’unica indicata come possibile, del progetto, che era da 9 anni fermo su un binario morto, si sono recuperate risorse significative”. Sergio Domenica ha ricordato “il lavoro della III commissione, improntato a coscienza e grande senso di responsabilità”. Roberto Gravina ha insistito sul “carattere tecnico” della delibera, “che non implicava pertanto un intervento della Giunta”. Sergio Gruttadauria, nella sua veste di consigliere, ha rimarcato come “così si siano salvati importanti finanziamenti che si rischiava di perdere”.    Non favorevoli alla mozione anche Simone Amato e Giuseppe Carnibella, che si sono astenuti, motivando la propria decisione.

Sull’argomento sono intervenuti sia il sindaco Gino Ioppolo (nel corso del dibattito), sia il presidente Massimo Alparone, quest’ultimo prima delle dichiarazioni di voto. (leggi per entrambi altro comunicato).

“La decisione rientrava nella sfera gestionale della dirigenza e nella competenza del Consiglio comunale. E la nostra, che è la Giunta della legalità e dell’assoluto rispetto delle attribuzioni di ciascun organo, vi si è attenuta, con una sola indicazione di fondo all’ufficio: Si eviti di perdere il finanziamento. Se invece avesse fatto altro, avrebbe compiuto un’irrituale ingerenza nei confronti dell’ufficio stesso, vale a dire un indebito tentativo di modificare quella che l’Ufficio tecnico riteneva essere l’unica strada percorribile”.

Così il sindaco Gino Ioppolo nel suo intervento di ieri sera in Consiglio comunale, durante la trattazione della mozione sul cosiddetto Social housing. “La commissione speciale proposta dall’opposizione non serve – ha aggiunto il primo cittadino – Domani stesso (oggi del comunicato: ndr) invierò al nuovo dirigente dell’Utc una nota con cui, con molta serenità, gli chiederò un riesame organico e complessivo della pratica perché colui che ha il maggiore interesse ad assumere atti nella loro piena linearità è proprio il sindaco”.

Il presidente del Consiglio comunale Massimo Alparone, nel ricordare che “la piena legittimità della delibera consiliare fu confermata dal segretario generale facente funzioni”, ha evidenziato come, con essa, “gli 8 consiglieri che l’approvarono, nell’optare per l’unica scelta presentata dall’ufficio come possibile, ebbero il merito di salvare un investimento di ben 15 milioni”. Secondo Alparone, “la seduta dedicata al Piano integrato Caltagirone ha rappresentato un importante momento di dibattito su un tema di rilievo, che interessa la città sia da un punto di vista economico che sociale, per i risvolti positivi che esso può determinare”.

 

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