Caltagirone, prof. Riferi del liceo scientifico: “Giovani, per fare sport ci vogliono cuore e testa”

Un indirizzo scolastico volto all’approfondimento delle scienze motorie, questo è il liceo sportivo, che da circa due anni è protagonista nel territorio calatino con l’istituto Majorana – Arcoleo. In esclusiva per Prima Stampa Sport abbiamo intervistato il professor Luigi Riferi, coordinatore di scienze motorie e conoscitore dello sport a 360°, ex atleta di pallacanestro e allenatore di alti livelli. Un docente di educazione fisica che insegna da 18 anni a Caltagirone ed è da sempre a contatto con il mondo dei più giovani, questo gli ha permesso di conoscere sfumature e caratteri delle nuove generazioni.

«Lo sport è tutto, regala valori positivi e io cerco di trasmetterli ai miei alunni, io non sono un allenatore ma un educatore. Per me è più importante educare i ragazzi allo sport che farli diventare campioni, quello è un passo successivo» queste le prime parole del professor Riferi.

Il liceo sportivo di Caltagirone è stato inaugurato nel 2017, anche grazie al forte interesse del Preside dell’istituto Giuseppe Turrisi che ha dimostrato nei confronti delle scienze motorie un’attenzione particolare. Spesso una leggenda metropolitana afferma che nelle ore di educazione fisica si faccia poco o niente, al contrario invece, è bene ricordare che lo sport è fondamentale non solo per il benessere fisico ma soprattutto per apprendere regole che serviranno nel corso della vita. L’inaugurazione del liceo sportivo nasce anche dall’esigenza di un territorio voglioso di intraprendere questo percorso, in tutta la Sicilia sono presenti 6 licei sportivi. Il Ministero dell’istruzione prima di affidare ad una scuola l’indirizzo sportivo, richiede delle certezze e delle garanzie come ad esempio l’impianto sportivo a norma, il liceo calatino ha inoltre la palestra più grande di tutta la provincia di Catania con un campo regolamentare. «Nella nostra palestra – dichiara il professor Riferi –  potrebbe allenarsi anche la squadra di pallacanestro Olimpia Milano, e abbiamo inoltre le piste idonee per l’atletica leggera. Stiamo partecipando ai campionati studenteschi provinciali, abbiamo vinto il titolo provinciale di corsa campestre e siamo in lizza per vincere il titolo provinciale di pallavolo, a testimonianza del buon lavoro che si è intrapreso in questi anni. Siamo 7 insegnanti, quattro al Majorana e tre all’Arcoleo».

Il liceo sportivo offre la possibilità di sostenere più ore di scienze motorie, tre ore curriculari e tre ore di discipline sportive, ovvero 5 specialità di sport ogni anno, come pallacanestro, pallavolo, tennis, nuoto, scherma, atletica leggera e tanto altro. «Abbiamo delle convenzioni con alcuni impianti sportivi, per esempio per svolgere atletica leggera, ci spostiamo all’ex stadio Agesilao Greco, paghiamo un esperto esterno che spiega ed illustra i dettagli della disciplina. Nell’arco dei 5 anni di istruzione superiore offriamo agli studenti la possibilità di conoscere tutti gli sport».

Capitolo giovani e sport, lei vive quotidianamente le nuove generazioni come valuta questo rapporto, e ancora, dall’alto della sua esperienza, nota dei cambiamenti?

«Nell’arco di questi 40 anni in cui ho insegnato e praticato sport ho notato parecchi cambiamenti, prima sicuramente non c’erano tutti gli interessi che ci sono adesso, tante distrazioni, una su tutte la tecnologia che spesso porta i ragazzi a stare per ora davanti ad un PC o un video game. Noi maestri prendiamo i ragazzi dalla scuola primaria e li accompagniamo fino all’ultimo anno delle superiori, in questo percorso a volte ci sono dei momenti di stasi, dove i ragazzi perdono concentrazione e voglia di continuare, in questo caso entrano in gioco le motivazioni e l’amore per lo sport. Dal canto mio, non accetto alcuni comportamenti scorretti come ad esempio il voler giocare a tutti costi anche se non si è stati attenti o non si è ancora preparati, o brontolare se l’istruttore prova a farti capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Per portare avanti una disciplina sportiva ci vuole tanta passione ma soprattutto tanta testa, le regole non servono solo per capire quel tipo di sport, ma servono nel lungo percorso della vita, io provo a formare uomini».

Un suo consiglio per i giovani che vogliono intraprendere un percorso sportivo?

«Fate sport, qualsiasi sia la disciplina, ma metteteci la testa, cercando di capire perché intraprendete quel percorso, l’importante è non essere insensibili alle forme di disciplina. Quando vado a fare orientamento nelle scuole dico sempre che lo sport è una cosa seria a cui credo fortemente. Lo sport aiuta a socializzare, a creare legami, ad abbattere tutte le barriere della timidezza».

Il suo rapporto professionale e personale con lo sport?

«Ho un bellissimo rapporto professionale con i colleghi, anche perché lo sport mi ha sempre portato ad essere aperto, quindi tendo a confrontarmi con tutti in maniera civile. A livello personale lo sport mi ha salvato la vita, mi ha fatto capire che dovevano intraprendere la via sportiva, ovvero di civiltà, educazione e soddisfazione. Non dimenticherò mai le sensazioni che mi ha donato, per me lo sport è TUTTO».

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