Caltagirone, omicidio ed epidemia colposi, inchiesta Casa di Riposo: scrive il legale della coop

Caltagirone, omicidio ed epidemia colposi, sull’inchiesta che riguarda la Casa di Riposo, scrive il legale della cooperativa Don Bosco

In seguito alle notizie di stampa apparse nei giorni scorsi in alcuni quotidiani locali, circa un’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Caltagirone (allo stato a carico di ignoti) per i delitti di omicidio colposo ed epidemia colposa in relazione ai decessi avvenuti all’interno della Comunità alloggio per anziani Don Bosco di Caltagirone, ho ricevuto incarico dal sig. Gaetano La Rosa, presidente della Cooperativa Don Bosco.

Al di là della incredibile diffusione del contenuto del verbale di chiusura e, successivo, trasferimento degli ospiti della struttura risultati positivi ai tamponi effettuati, è opportuno chiarire, immediatamente, che il legale rappresentante della società, nel momento in cui sono state diramate dal Governo Nazionale le misure per il contenimento e la diffusione della pandemia derivante dal coronavirus (COVID – 19) ha avviato le procedure raccomandate dall’Istituto superiore di sanità.

In particolare, già alla data del 6 marzo 2020 ha provveduto a chiudere l’accesso alla struttura a tutti i parenti degli ospiti (comunicando la decisione), avviato le procedure di sanificazione e dotato il personale in servizio nella Comunità dei dispositivi di protezione individuale previsti nei protocolli di prevenzione delle pandemie, presenti all’interno delle ASP regionali da ben 10 anni e mai attuati dalle stesse ASP, se non in seguito alla diffusione del coronavirus.

Inoltre il successivo 4 aprile 2020, nel momento in cui ha appreso la notizia della possibilità che una dipendente della Comunità potesse essere positiva al COVID – 19, ha provveduto a emettere ordine di servizio, comunicando alla dipendente di allontanarsi immediatamente dalla struttura e di avviare l’isolamento domestico.

Nel momento in cui, il successivo 7 aprile 2020, si è appresa la notizia ufficiale dell’esito positivo del tampone effettuato sulla dipendente, ha interagito con l’Ufficio Igiene dell’ASP al fine di procedere all’esecuzione dei tamponi per tutti gli ospiti e i dipendenti della struttura.
Procedura, quest’ultima, necessaria per effettuare la mappatura del contagio all’interno della struttura.

I primi tamponi sono stati eseguiti solo in data 11 aprile 2020, in considerazione della indisponibilità degli stessi tamponi prima di quella data.

Dopo ben 10 giorni, il successivo 20 aprile 2020, il Direttore dell’Unità Malattie Infettive dell’Ospedale Gravina di Caltagirone, in considerazione del ritardo dei risultati dei test, si è visto costretto a eseguire i test sierologici: tutti con esito negativo, tranne due il cui esito era incerto.

Nella medesima data sono stati effettuati nuovi tamponi a tutto il personale della struttura e i risultati, sono pervenuti nella loro drammaticità definitivamente in data 21 aprile 2020.

Da quella data il Direttore della Comunità ha chiesto ai medici di base di prescrivere le cure e le terapie ai loro pazienti affetti, anche se asintomatici, dal covid – 19. Contemporaneamente ha rivolto un invito alle Autorità competenti affinché tutti gli ospiti della struttura ricevessero le cure necessarie.

Riceviamo e pubblichiamo

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