Caltagirone, incendio al Bosco di Santo Pietro: le dichiarazioni del presidente del Ramarro

Ieri un gigantesco incendio, per diverse ore ha colpito il bosco di Santo Pietro fi Caltagirone. Dichiara il Presidente del Ramarro Sicilia Prof. Renato Carella: “Una serie impressionante di incendi ha imperversato ieri, 3 luglio 2020, per diverse ore sul Bosco di Santo Pietro interessando diverse contrade tra cui la nostra base di contrada Renelle andata completamente distrutta.

Le proporzioni del disastro ambientale provocate dal fuoco sono gigantesche e oltre alle centinaia di ettari di preziosa macchia mediterranea a farne le spese è stato il delicato equilibrio ecologico nel suo complesso, di cui fanno parte anche le miriadi di specie animali piccole e grandi che in quel contesto trovavano cibo e rifugio e con esso interagivano in perfetta simbiosi.

Indescrivibile è lo spettacolo a cui abbiamo assistito impietriti, di decine e centinaia di mammiferi, uccelli e rettili che abbiamo visto scappare in tutte le direzioni per mettersi in salvo mentre i Canadair, gli elicotteri, i mezzi del Corpo Forestale e le forze dell’ordine tentavano di limitare i danni: conigli, una volpe, la poiana e altri rapaci, tartarughe e persino un colubro leopardino e una biscia dal collare.

Impressionanti le colonne di fumo nero e le fiamme che passando anche a livello di chioma d’albero, oltre che di terra, hanno divorato ogni forma di vita al loro passaggio, impossibile per chiunque avventurarsi in quell’inferno dove la temperatura era di diverse centinaia di gradi.

Impossibile anche solo pensare che questo disastro sia avvenuto per caso o per incuria. Ma quando le Istituzioni non hanno le idee chiare o non ce la fanno più e lo stato arretra cedendo il controllo del territorio a forze “altre”, la legalità viene meno e i cittadini restano soli a sbrigarsela in una lotta che diventa sempre più impari.

Più che l’odio verso chi ha potuto ordire e mettere in atto tanta nefandezza ci affligge è la pena per la cappa di sottosviluppo e di imbecillità che affligge questa terra e questi uomini che ci spinge a pensare quanto sia necessario opporsi, resistere e ricominciare malgrado tutte le pesanti evidenze che inviterebbero alla scelta contraria.

La mafia dei boschi esiste, gli eventi di ieri lo dimostrano e fanno probabilmente parte di un più vasto disegno criminale al quale noi in quanto associazione non vogliamo cedere o rassegnarci chinando il capo o girandoci dall’altra parte come troppo spesso fanno la classe politica e gli uomini che da queste parti “contano” pur essendo anch’essi figli di questa terra così bella e cosi disgraziata.”

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