Caltagirone, donata tesi di laurea per “rigenerare” la Casa del Teatro dei Semini

Da una tesi di laurea un contributo per restituire alla piena fruizione pubblica la Casa del Teatro dei Semini, chiusa per le notevoli difficoltà incontrate, negli anni successivi alla conclusione dei lavori (avvenuta nel 2012)  a individuare uno o più soggetti che potessero trovare conveniente assumerne la gestione.

 

Giacomo Vacirca, 27enne neo architetto di Caltagirone, ha donato al Comune (che l’ha destinata alla biblioteca) la propria tesi di laurea – relatore il prof. Vittorio Fiore, dell’Università degli Studi di Catania -, dal titolo eloquente: “Progetto e strategie di recupero per una ri-configurazione del Teatro Semini di Caltagirone”. “Voglio fare in modo che questo mio lavoro – ha spiegato l’architetto Vacirca al sindaco Gino Ioppolo, che l’ha ricevuto in municipio congratulandosi con lui anche per la volontà di dare il proprio apporto alla comunità – sia un documento consultabile e possa quindi offrire utili spunti di riflessione, nella certezza che questa struttura può essere una risorsa per un popoloso e ampio quartiere periferico come i Semini e per la città tutta”.

 

“Siamo grati – ha detto il sindaco – al nostro concittadino. Il suo lavoro sintetizza il progetto e le strategie per la riconfigurazione del teatro Semini. L’impegno dell’Amministrazione comunale è quello di fare tesoro dei pregevoli spunti contenuti nella tesi. Siamo impegnati a costruire una rete fra le associazioni culturali e teatrali e immaginare così una gestione collettiva della struttura, in modo che essa possa essere consegnata alla città”.

 

Fra le proposte contenute nella tesi, ci sono quella di portare dagli attuali 180 a 260 i posti a sedere, quella di realizzare un palco più adeguato, un foyer più ampio e quella di completare i lavori con laboratori scenici, previsti in locali attigui. L’ultimo capitolo mostra l’analisi effettuata attraverso le associazioni locali, che hanno così avuto modo, attraverso i propri rappresentanti, di dire la propria.

 

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