Caltagirone, Associazione “Astra”: lettera aperta al sindaco Ioppolo

Pubblichiamo quanto ricevuto:

Gentile Sindaco di Caltagirone e Gentili Assessori,

Gentile Presidente del Consiglio Comunale di Caltagirone

Gentili Capigruppo del Consiglio Comunale di Caltagirone,

 

La nostra Associazione di Volontariato opera da oltre vent’anni nella città di Caltagirone, costruendo molteplici esperienze di solidarietà  attraverso lo Sportello Sociale e le attività in favore dei cittadini in difficoltà, degli immigrati, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Forniamo servizi di segretariato sociale, vicinanza, orientamento ai servizi e al lavoro, attività interculturali,  supporto legale, apprendimento della lingua italiana, sostegno per la sistemazione abitativa, ecc.

Si tratta di pratiche solidali che affrontano, altresì, le criticità legate ai flussi migratori e sostengono le campagne nazionali a garanzia dei diritti sociali e civili per tutta la cittadinanza, a prescindere dalla nazione di provenienza, dall’orientamento religioso e sessuale, dal colore della pelle e dallo status giuridico.

Lo scorso ottobre è entrato in vigore il Decreto Legge n. 113, convertito con modificazioni nella legge 1 dicembre 2018, n. 132, che contiene disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza: le misure legislative hanno effetti pesantissimi sui migranti!

Tali misure abbattono i diritti di difesa e le garanzie in materia di libertà personale, prevedono il prolungamento dei tempi di trattenimento nei Centri per il Rimpatrio e l’apertura di numerosi Centri di detenzione, cancellano la protezione umanitaria, escludono dal registro dell’anagrafe i richiedenti asilo, espellono persone richiedenti asilo dai percorsi di inclusione già avviati, riducono drasticamente  il sistema di accoglienza, gettano nell’irregolarità i migranti che il giorno prima erano regolarmente soggiornanti nel territorio, privandoli del permesso di soggiorno e costringendoli a sopravvivere per strada o ad utilizzare rifugi di fortuna.

Tutto ciò rende queste persone sempre più fragili, più vulnerabili, più ricattabili e più esposte al rischio di diventare forza lavoro da sfruttare o, peggio ancora, un vivaio per la malavita. Questo quadro ci preoccupa non poco, così come preoccupa Associazioni nazionali e locali, movimenti e Istituzioni religiose che hanno abbondantemente denunciato gli effetti negativi della Legge sulle condizioni di vita dei migranti e che si augurano lo smantellamento dell’impianto giuridico per incostituzionalità.

Nel frattempo, c’è l’esigenza urgente di salvaguardare la possibilità di un’accoglienza dignitosa e garantire l’accesso ai diritti elementari e alle tutele minime per i soggetti.

In funzione di quanto sin qui sinteticamente descritto, considerato anche il parere espresso dall’AGSI:  “…riteniamo che non sussista alcuna ragione giustificatrice – sotto il profilo dell’art. 3 Cost. – di una diversità di trattamento nell’iscrizione anagrafica che colpisce una sola categoria di stranieri legalmente soggiornanti (i titolari di permesso di soggiorno per richiesta di asilo, appunto), violando il principio di parità di trattamento coi cittadini italiani prevista dall’art. 6 d. lgs. n. 286/1998 per gli altri stranieri regolarmente soggiornanti. Tale discriminazione non solo nega ad essi  il diritto di essere parte a pieno titolo di una comunità locale, ma anche rende per loro estremamente difficile l’accesso a quei rapporti privati (si pensi alla assunzione presso un datore di lavoro in assenza del tradizionale documento di riconoscimento sul quale normalmente un datore di lavoro fa affidamento, cioè la carta di identità) e a quei servizi pubblici che sino ad oggi sono stati erogati sulla base della residenza come accertata dalla iscrizione anagrafica.

Ricordiamo anche che, a norma dell’art. 5, comma 3, dlgs 142/15 (introdotto proprio dallo stesso art. 13 del medesimo D.L. ) “l’accesso ai servizi erogati sul territorio, ai sensi delle norme vigenti, è assicurato nel luogo di domicilio”.

Riteniamo pertanto fondamentale invitare i Sindaci, gli assessori comunali e regionali e i ministri  ad emanare immediatamente , nell’ambito delle loro competenze, tutti i provvedimenti possibili utili a consentire la assoluta parità di diritti dei richiedenti asilo, nell’ambito della normativa vigente, e ad impartire istruzioni precise ai propri uffici circa il diritto del richiedente di accedere a tutti i servizi (pubblici e privati) erogabili sul territorio comunale (corsi di formazione, di istruzione, Centro per l’impiego, assistenza sociale, nidi, scuole, banche e quant’altro…), facendo applicare rigorosamente l’art. 5, co. 3 d.lgs 142/2015.

A tre mesi dall’entrata in vigore del decreto e nonostante la chiarezza della disposizione, i richiedenti asilo continuano infatti ad essere ostacolati sia nell’esercizio di molti diritti fondamentali sia anche nell’accesso a servizi essenziali perché, pur nella titolarità di un permesso di soggiorno, sono privi di residenza.

Impedire di fatto l’iscrizione ai centri per l’impiego o l’apertura di un conto in banca o ancora l’iscrizione del figlio alla scuola dell’infanzia o all’asilo nido finisce col diventare una forma di discriminazione ideologica nei confronti dei soli richiedenti asilo che non ha nulla a che vedere con la sicurezza.”,

Vi CHIEDIAMO DI INTERVENIRE

ciascuno con le proprie competenze, per:

  1. Deliberare e rendere operative le linee guida per l’iscrizione anagrafica dei soggetti senza fissa dimorae senza tetto, al fine di dare alla parola accoglienza un significato nuovo a partire dai territori e dagli enti locali.

L’obiettivo è anche quello di non privare i cittadini stranieri, in possesso di

permesso di soggiorno provvisorio rilasciato ai migranti richiedenti asilo,

della possibilità di essere inseriti nello schedario della popolazione

temporanea previsto dall’art. 32 del d.p.r. 223/1989 e di un indirizzo di

residenza , quale minima misura di tutela dei loro diritti fondamentali

anche ai fini della richiesta di permesso di soggiorno. L’indirizzo di

residenza potrebbe coincidere con quello della scrivente Associazione che

ha in locazione dal Comune una stanza del complesso ex OMNI di

Caltagirone in Via Madonna della Via n. 5 e che si dichiara a disposizione

ad espletare tale servizio. In tal modo si intende garantire l’accesso a tutti i

servizi di assistenza socio sanitaria e ai programmi di inclusione socio

lavorativa che l’amministrazione comunale realizza nella città.

  1. Avviare uncensimento di tutti gli immobili in disuso di proprietà pubblica sul territorio comunale affinché si possa valutare la possibilità di assegnazione diretta in autogestione , seguendo esperienze virtuose, per garantire la residenza e favorire il diritto all’uguaglianza formale e sostanziale. Ciò connoterebbe  la nostra città come Comune aperto, accogliente e solidale.

Associazione volontari per la protezione civile ASTRA

 

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