Bonus 600 euro diventa di 1.000 euro nel Decreto Rilancio

Il bonus 600 euro diventa da 1.000 euro con il decreto Rilancio, che è entrato in vigore dal 19 maggio 2020, ora convertito nella legge n.77/2020.

Il decreto Rilancio, convertito nella legge n.77/2020 e che ha subito delle modifiche tramite una serie di emendamenti approvati, prevede che il bonus 600 euro diventi da 1.000 euro.

Le indennità contenute già nel Cura Italia, convertito con alcune modifiche nella legge n.27 del 24 aprile 2020, sono state aggiornate e rinnovate con il decreto Rilancio.

In alcuni casi con il decreto Rilancio il bonus 600 euro diventa da 1.000 euro per partite Iva, dunque professionisti, Co.co.co, lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali (anche in somministrazione) nel mese di maggio.

L’aumento dell’importo non è previsto per i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago (artigiani e commercianti), per i quali il bonus resta di 600 euro.

L’aumento della cifra viene applicato se si rispettano requisiti specifici che, nel caso dei professionisti titolari di partita IVA, si traducono in una comprovata riduzione del reddito.

L’articolo 84 – Nuove indennità per i lavoratori danneggiati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha stabilito l’aumento del bonus da 600 a 1.000 euro.

“Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità di cui all’articolo 27 del decreto-legge 17 marzo del 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, la medesima indennità pari a 600 euro è erogata anche per il mese di aprile 2020″. Così si legge nel testo.

L’articolo 27 fa chiaramente riferimento ai professionisti titolari di partite IVA, iscritti alla Gestione separata INPS e ai titolari di Co.co.co.

Ai professionisti sopracitati verrà riconosciuta un’indennità di 1.000 euro per il mese di maggio 2020, a patto che dimostrino una riduzione pari al 33% del reddito del secondo bimestre 2020 (marzo e aprile) rispetto al medesimo bimestre 2019.

Quindi per gli stessi percettori del bonus afferente al mese di aprile la cifra sarà pari a 600 euro, mentre la quota di maggio sarà di 1.000 euro.

La stessa cosa vale per i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

“Che siano titolari di rapporti di lavoro la cui durata non si protrae oltre il 31 dicembre 2020 o che abbiano cessato il rapporto di lavoro entro la data di entrata in vigore del presente decreto”

Per i professionisti titolari di partita IVA la riduzione del reddito nel bimestre, affinché possano ottenere i 1.000 euro nel mese di maggio, viene calcolata secondo il principio di cassa:

“Come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute nel periodo interessato e nell’esercizio dell’attività, comprese le eventuali quote di ammortamento.”

Per ricevere il bonus di 1.000 euro bisogna quindi provarlo presentando all’INPS la richiesta in cui si autocertifica la presenza dei requisiti. L’INPS comunica all’Agenzia delle Entrate i dati dei soggetti che hanno fatto domanda. L’Agenzia poi riferirà l’esito della verifica dei dati reddituali in base agli accordi di cooperazione tra le parti.

Il bonus di 600 euro non sale a 1.000 euro  per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago. Il comma 4 dell’articolo 84 stabilisce così per la suddetta categoria, quindi anche per commercianti e artigiani:

“Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità di cui all’articolo 28 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, la medesima indennità pari a 600 euro è erogata anche per il mese di aprile 2020.”

Il bonus di 1.000 euro è rivolto anche ai lavoratori dipendenti del settore turismo e degli stabilimenti termali. A confermare il bonus è il decreto Rilancio, ma lo stesso non sarà più di 600 euro anche per questa categoria di lavoratori per il mese di maggio 2020.

In particolar modo viene modificato l’articolo 29 del decreto Cura Italia. Nel nuovo decreto, sulla base del meccanismo che abbiamo illustrato precedentemente:

“Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità di cui all’articolo 29 del decreto-legge 18 marzo del 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, la medesima indennità pari a 600 euro è erogata anche per il mese di aprile 2020.”

“Ai lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore della presente disposizione, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di NASPI, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, è riconosciuta un’indennità per il mese di maggio 2020 pari a 1000 euro.”

Per ottenere il bonus da 1.000 euro è necessario avere i seguenti requisiti:

“Aver cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e la data di entrata in vigore della presente disposizione, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di NASPI, alla data di entrata in vigore della presente disposizione.”

Il bonus di 1.000 euro viene riconosciuto ai lavoratori in regime di somministrazione, impiegati in imprese del settore turismo o stabilimenti termali, purché abbiano i requisiti sopracitati.

Il bonus resta da 600 euro nel dl Rilamcio per aprile e maggio, ma per nuove categorie i lavoratori sono esclusi dai benefici del precedente decreto Cura Italia.

Il comma 8, leggermente modificato in fase di conversione del decreto, l’indennità di 600 euro viene riconosciuta per i mesi di aprile e maggio ai lavoratori dipendenti e autonomi che a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno sospeso, ridotto o cessato la propria attività lavorativa o il loro rapporto di lavoro.

Parliamo di lavoratori dipendenti stagionali, facenti parte di settori diversi rispetto a quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che abbiano svolto la propria attività lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo di cui sopra.

Tra le categorie più colpite dalla crisi vi è anche quella dei lavoratori intermittenti che hanno svolto la propria attività lavorativa per un minimo di 30 giornate tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020. Inoltre, grazie al nuovo emendamento, sono stati introdotti anche i lavoratori intermittenti con iscrizione al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo.

Un’altra categoria è quella dei lavoratori autonomi, senza partita IVA  e senza iscrizione ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 sono stati titolari di contratti autonomi occasionali relativi alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del c.c. e che non hanno un contratto in essere alla data del 23 febbraio 2020. Inoltre al 23 febbraio 2020 devono risultare iscritti alla Gestione separata con accredito nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile.

Si tratta anche di incaricati alle vendite a domicilio con reddito annuo 2019 che deriva dalle stesse attività superiore a 5.000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione separata alla data del 23 febbraio 2020 e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Per percepire il bonus di 600 euro le categorie di cui sopra non devono, inoltre, essere titolari di altro contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o di pensione.

Il bonus 600 euro viene ancora riconosciuto per il mese di aprile ai lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, che abbiano almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 e un reddito inferiore a 50.000 euro. Lo stesso può essere percepito anche dai lavoratori dello spettacolo, sempre iscritti al Fondo, con almeno 15 contributi giornalieri versati nel 2019 e con un reddito non superiore a 35.000 euro.

La cifra del bonus scende, invece, a 500 euro per i braccianti nel mese di aprile.

La novità del dl Rilancio sul bonus 600 o 1000 euro consiste nel fatto che questo spetterebbe anche ai percettori del reddito di cittadinanza. Si tratta di una novità rispetto al Cura Italia e il meccanismo è lo stesso del Reddito di emergenza.

Il bonus 600 o 1.000 euro è riconosciuto per il mese di maggio, secondo l’articolo 84 del dl Rilancio e nel rispetto dei requisiti che abbiamo illustrato, ai lavoratori che abbiamo citato sopra anche se:

“Appartenenti a nuclei familiari già percettori del reddito di cittadinanza, di cui al Capo I del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, per i quali l’ammontare del beneficio in godimento risulti inferiore a quello dell’indennità di cui ai medesimi commi del presente articolo, in luogo del versamento dell’indennità si procede adintegrare il beneficio del reddito di cittadinanza fino all’ammontare della stessa indennità dovuto in ciascuna mensilità.”

Il bonus 600 o 1.000 euro è incompatibile con il RdC solo se l’importo del Reddito di Cittadinanza è pari o superiore a quello del bonus.

Comunque si parla di una novità assoluta rispetto al Cura Italia che consentirà ai beneficiari del RdC in difficoltà di arrotondare grazie al bonus di 600 o 1.000 euro per il mese di maggio del decreto Rilancio.

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