Anni 90, lo squillo simbolo di conversazione giovanile

Anni 90, lo squillo simbolo di conversazione giovanile , molti ragazzi e ragazze comunicavano attraverso lo squillo il loro amore.

Anni 90.

Ci sono ricordi che non potremmo mai cancellare, abitudini che oggi non utilizziamo più. Tra questi ricordi, importantissimi erano  senza dubbio gli indimenticabili  “Squilli con il cellulare”. A cavallo tra gli anni “90 e il 2000 lo squillo, era la vita, tutta la nostra giornata da adolescenti girava intorno allo squillo e non importava se avesse o no un significato.

Ci si faceva gli squilli per intere giornate. Lo squillo, in quel periodo era il modo più veloce per trasmettere le nostre emozioni. Non era formale quanto un messaggio o impegnativo come una chiamata. Possedeva un fascino tutto suo. Lo squillo nasceva in un’epoca nella quale i primi cellulari facevano la loro apparizione nel mercato dei più giovani e circa un terzo degli adolescenti cominciavano ad averne uno. Non esistevano quei pacchetti così convenienti e all inclusive che ci sono oggi, una chiamata media della durata di 10 minuti da cellulare, poteva costare fino a 8.000 lire e il credito di sedicenne Italiano degli anni ‘90 rasentava perennemente lo zero. Non esistevano i moderni whatsapp, significava prosciugare la carica da 5.000 lire. Lo squillo invece no, era gratis e così ci siamo inventati questa sorta di codice morse dello squillo: 1 ti penso, 2 ti voglio bene, 3 ti amo.

La chiamata persa non esisteva. Se esisteva era quella di mamma o papà. Quindi niente di importante.

Ci si faceva squilli,  all’ infinito e si portavano avanti incredibili conversazioni che nessuno tranne l’adolescente medio era capace di decifrare.

Ricordi e nostalgie dove l’ansia prendeva i cuori di molti ragazzi, ma portava a vivere i rapporti con molta genuinità e semplicità che forse oggi non si vivono più.

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Foto articolo: immagini di repertorio

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