Alessandra Belvedere (di Caltagirone) nuova dirigente scolastica all’IC “De Amicis” di Mirabella Imbaccari

Da settembre l’Istituto Comprensivo ‘E.De Amicis’ ha un nuovo dirigente scolastico che proviene da Caltagirone e per i prossimi tre anni sarà in servizio in questa scuola con sedi a Mirabella, San Cono e San Michele di Ganzaria.

“Sono Alessandra Belvedere, 48 anni e per formazione sono un chimico. Ho fatto il dottorato di ricerca e sono stata per un periodo in Spagna e in Canada; ho lavorato all’Arpa (agenzia regionale protezione ambiente) di Caltanissetta e nel 2005 iniziai la carriera da docente di scuola secondaria di secondo grado, avendo un’esperienza da cultore della materia alla facoltà universitaria di scienze biologiche già durante il dottorato e poi sono stata negli ultimi anni professore a contratto alla facoltà di Medicina, università di Palermo presso la sede di Caltanissetta. Nel 2019 vinsi il concorso come dirigente scolastico e sono stata assegnata in Lombardia. A Legnano ho fatto il mio triennio nel Cpia (centro provinciale d’istruzione per gli adulti), scuola dove si fa l’alfabetizzazione per gli stranieri, con un’utenza che parte dai 15/16 anni in su (per prendere la certificazione di italiano C2 e il diploma di scuola superiore di primo grado). Con la pandemia il numero degli alunni si è dimezzato – da 1600 a 800 – ma avevo la sede di Legnano, Magenta, Rho e il carcere di Bollate (in quest’ultimo la mia idea si è trasformata in un progetto finanziato per il Pon ‘Smart class Cpia sedi carcerarie’ perché sono stata la prima a iniziare la didattica a distanza in carcere a livello nazionale). Al terzo anno ho avuto anche la reggenza del liceo ‘G.Galilei’ (classico, scientifico, linguistico e sportivo) di Legnano con 1350 alunni e 200 tra docenti e personale Ata. Così gestivo due scuole con una forte carenza di personale qualificato e a volte ho fatto anche l’amministrativo. Adesso sono alla scuola dell’obbligo e conosco così i 3 ordinamenti scolastici. A Legnano non avevo il problema del sostegno, qui invece c’è questa problematica”.

Quali sono i punti forti e i punti deboli di questo istituto ? “E’ ancora presto per dirlo…ho avuto un’ottima accoglienza da parte di tutta la comunità (personale docente, ata e istituzioni) per l’avvio dell’anno scolastico. A San Michele di Ganzaria è partito subito il servizio della mensa e il pulmino che prende gli studenti, a San Cono c’è stato qualche ritardo e a Mirabella tutto è partito regolarmente. Stiamo digitalizzando tutta la parte amministrativa della segreteria (ho appena comprato il programma per fare l’orario, cosa che si faceva ancora a mano). A Legnano la digitalizzazione era già presente, qui ci sono ritardi e bisogna ottimizzare (i 5 plessi di Mirabella, San Cono e San Michele sono in rete ma non collegati tra loro, ci sono fondi ad hoc su questo). Per fruire di qualche giorno in più di vacanze abbiamo anticipato l’apertura di due giorni. Abbiamo un organico abbastanza stabile e sono arrivati 9 docenti di sostegno di ruolo e uno deve fare l’anno di prova. Sto assegnando gli incarichi a docenti già interni e mancano pochissimi docenti esterni. C’è il problema del calo demografico e, di conseguenza, una riduzione nel numero degli alunni…c’è meno gente che ha chiesto il tempo pieno ma credo che in una realtà come questa sia molto importante, perché i bambini possono ritornare alla normalità di una volta – il covid ha creato grossi problemi – e cercheremo di incrementare i laboratori con le attività extracurriculari e i Pon di vario genere. Bisogna favorire il tempo pieno in modo che vengano più invogliati i ragazzi a fare di più per la loro crescita e invitiamo a scegliere il tempo prolungato. La mia visione è quella di una scuola aperta alle esigenze del territorio in cui tutti dobbiamo dialogare, in modo da attivarmi per rispondere alle varie richieste. Credo nell’integrazione degli stranieri – ne abbiamo diversi, da Venezuela e Romania – e per i ragazzini stranieri e i loro genitori potremmo attivare dei corsi di italiani contattando il Cpia territoriale. Per l’integrazione bisogna prendere in considerazione chi si trova nella categoria Bes (bisogni educativi speciali), non solo chi ha una disabilità certificata ma anche chi si trova in una situazione di svantaggio che può essere socioeconomico, culturale e di salute. La scuola deve far capire qual è il suo ruolo e l’importanza di interagire con i comuni e il terzo settore…la prima cosa è la cultura e la capacità di saper comunicare, pensiamo alle competenze digitali. Non riesco a capire i motivi di tanti ragazzi con disabilità presenti nel territorio, si potrebbe fare uno studio su questo argomento”.

E’ possibile che la disabilità possa nascere dalla mancanza di competenze educative dei genitori ? “Certo ma la scuola deve dare l’esempio, istruire e insegnare il rispetto delle regole. E’ fondamentale un lavoro di squadra, la scuola da sola non basta. Non si può pensare che tutto ruota intorno al docente ma tutto ruota intorno all’alunno per dargli ciò che gli serve come cittadino di domani. A scuola dobbiamo trasmettere modelli e dobbiamo dire che il ruolo educativo è molto impegnativo e importante. A livello nazionale negli ultimi anni la scuola si è retta grazie allo spirito volontaristico, sappiamo che il riconoscimento economico è minimo e, se non c’è un riconoscimento da parte della comunità per il lavoro che si svolge, capiamo bene che tutto il personale della scuola si demotiva sempre di più. Voglio rendere partecipi i 3 comuni come ha fatto chi mi ha preceduto. Il mio primo anno è un anno di osservazione e devo capire come funziona l’organizzazione, cercando di coinvolgere sempre più la gran parte dei docenti alla vita attiva extrascolastica e non, in modo tale da creare una comunità educante che dialoga, dando un esempio ai nostri studenti. Da docente mi sono sempre messa nei panni dello studente, da dirigente so quali sono le esigenze di famiglie, ragazzi, docenti e personale ata. Mi metto sempre nei panni dell’interlocutore che ho di fronte ma ancora è presto per dire quali sono le reali difficoltà. Quando vengono fatte a un dirigente delle richieste ragionevoli per il bene della comunità, il suo compito è trovare i fondi, i finanziamenti e tutto quanto serve ma devo stare attenta perchè c’è tanta burocrazia (e anche buon senso). Un dirigente deve avere la coscienza di prendersi responsabilità che vanno anche oltre la norma perché la norma a volte imbriglia e può diventare un alibi per non fare, di conseguenza la mia visione è quella di massima collaborazione e dialogo con tutti”.

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